Elezioni europee, Pd e + Europa correranno con liste separate

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Elezioni europee, Pd e + Europa correranno con liste separate

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Proclamato segretario durante l’assemblea del Pd del 17 marzo,
Zingaretti è già al lavoro per dare un nuovo volto al partito.

“Serve un nuovo Pd, deve cambiare
tutto a cominciare dallo statuto per
impedire la salvinizzazione del Paese”.
È il grido di battaglia che il neosegretario
Nicola Zingaretti ha lanciato dal
palco dell’Assemblea del Pd riunita
all’hotel Ergife di Roma domenica 17
marzo, dove è stato proclamato ufficialmente
segretario dopo la vittoria
alle primarie dello 3 marzo scorso.
Paolo Gentiloni è stato invece eletto
presidente del partito con 86 astenuti
e nessun contrario. Una candidatura,
quella dell’ex premier, su cui c’è stata la convergenza anche dei
renziani, come annunciato prima dell’inizio dei lavori da Maria
Elena Boschi e dall’area che fa capo a Guerini e Lotti. “L’obiettivo
è quello di tornare a vincere”, dice Gentiloni ringraziando
i presenti per la sua nomina. E nomina vicepresidenti Anna
Ascani e Deborah Serracchiani. Luigi Zanda è stato invece eletto
tesoriere con 83 astenuti. È partita dunque ufficialmente l’era
zingarettiana del Pd, in un’Assemblea affollatissima, forse la
più partecipata di sempre con oltre 2.000 persone tra delegati e
ospiti.
Dopo l’assemblea Nicola Zingaretti si è rimesso subito al
lavoro sulla questione più spinosa della sua prima fase da segretario
del Partito Democratico: la composizione delle liste per
le elezioni Europee di maggio. Le elezioni incombono e il centro-
sinistra vuole sfruttare questo appuntamento elettorale per
costruire un’opposizione credibile al fronte sovranista guidato
dalla Lega di Matteo Salvini. Intanto l’effetto Zingaretti ha risollevato
il Pd nei sondaggi: dopo le primarie i Dem tornano
a superare la soglia del 20% recuperando quasi due punti percentuali.
La lega di Matteo Salvini si conferma di nuovo primo
partito e stacca il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio, al 22,8%.
La discesa in campo dell’ex sindaco di Milano Pisapia
Giuliano Pisapia è pronto ad entrare nelle liste per le Europee
che sta preparando Nicola Zingaretti. Un altro sì per il neosegretario
del Pd dopo la disponibilità di Carlo Calenda a partecipare
rinunciando all’idea di un “listone” anti-sovranista. L’ex sindaco
di Milano dice che “non so se da protagonista ma sicuramente
da persona che si impegna ci sarò”.
L’unica condizione richiesta dall’ex avvocato è la messa in
campo di una lista aperta. Richiesta coerente con il progetto,
lanciato qualche tempo fa da Carlo Calenda, della lista Siamo
Europei. Zingaretti, che non crede nella vocazione maggioritaria
del Pd, sta lavorando proprio in questa direzione. E infatti,
tra i profili vagliati per l’appuntamento elettorale di maggio, decisivo
per determinare il futuro dell’Europa, ci sarebbe anche
l’ex sindaco di Venezia e “guru” Massimo Cacciari.
A convincere Giuliano Pisapia è la portata della sfida di
maggio, troppo importante per tirarsi indietro: “Le prossime
elezioni rappresentano un momento decisivo per il futuro. Si
confronteranno visioni opposte dell’Europa e del nostro Paese,
per questo credo sia necessario impegnarsi”. Musica per il nuovo
segretario Pd, che ha commentato via tweet: “Ricostruiamo una
speranza per cambiare questa Europa,
con la passione e l’impegno civile di
Giuliano e di tante altre persone”. E
se da un lato Carlo Calenda dovrebbe
raccogliere l’invito a correre nella circoscrizione
Centro, Massimo Cacciari
aspetta prima di vedere le prime mosse
di Zingaretti.
Il resto della sinistra procede in
ordine sparso. Liberi e uguali di fatto
non esiste più e ci sono diversi spezzoni
alla ricerca di una collocazione.
Bersani e Speranza con Mdp guardano
con molto interesse al nuovo corso del Pd. E il governatore
toscano Enrico Rossi, intanto, invita all’unità e dice che si può
collaborare anche con Calenda. Ma qui è possibile una variante:
un accordo di Mdp con i socialisti di Riccardo Nencini e i
radicali di Maurizio Turco alleati in una riedizione della Rosa
nel Pugno. Altri di Leu invece cercano un’alleanza con Rifondazione
comunista. In questa lista dovrebbero confluire anche
Sinistra italiana di Nicola Fratoianni, gli autoconvocati di Leu
guidati da Francesco Laforgia e il gruppo di Diemme25, il movimento
che appoggia la lista europea di Varoufakis. Infine, all’estrema
sinistra si trova anche Potere al popolo che ha intenzione
di presentare una sua lista.
Pd e +Europa divise alle elezioni europee. Calenda “grave
errore”; Zingaretti: “condurremo la stessa battaglia”
Liste separate alle elezioni europee di maggio 2019 per il Pd
e +Europa: tramonta così il listone unico delle forze europeiste
ipotizzato e sponsorizzato dall’ex ministro Carlo Calenda. La
decisione di correre separati è stata annunciata dal neo-segretario
del Pd Nicola Zingaretti e da Benedetto Della Vedova di
+Europa al termine del loro incontro.
“Abbiamo avuto un incontro franco e leale – ha detto Della
Vedova – in cui abbiamo convenuto che ci riconosciamo in una
visione comune di difesa dell’Unione Europea e di necessità di
un rinnovamento di essa, che ci porta a condividere il manifesto
“Siamo europei” di Carlo Calenda. Abbiamo convenuto che in
vista delle elezioni europee sia meglio che le nostre esperienze
politiche si presentino in modo distinto”.
Della Vedova ha sottolineato che +Europa aderisce all’Alde
con l’obiettivo “di raccogliere gli elettori con un profilo distinto
da quello di quanti si identificano negli eurosocialisti” a cui aderiranno
invece i democratici. Zingaretti ha definito l’incontro
“utile”, caratterizzato da “uno spirito di massima disponibilità
e condivisione del manifesto “Siamo europei”. Condividiamo la
necessità – ha aggiunto – per la rifondazione dell’Ue contro chi
la vuole distruggere.
Ci presenteremo in modo distinto, ma condurremo la stessa
battaglia con due liste aperte alla società civile”. Disappunto
da parte di Carlo Calenda: “+Europa ha definitivamente chiuso
all’ipotesi di fare una lista unitaria anche dopo l’offerta del Pd di
piena e paritetica visibilità dei loghi sotto un ombrello comune.
Il fronte unitario delle forze europeiste non ci sarà.
È un grave errore. Peccato”. Ha commentato su Twitter.

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