Carlo Boccafogli responsabile funzione Internal Audit

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Carlo Boccafogli responsabile funzione Internal Audit

Il suo è un incarico di grande responsabilità che a volte può risultare “scomodo” e difficile da svolgere. Proprio per questo, Carlo Boccafogli, responsabile della funzione di Internal Audit, mette al primo posto nel suo lavoro l’ascolto e il confronto con i suoi collaboratori.  Del resto la parola ‘audit’, seppure di matrice anglosassone, ci rimanda al verbo latino ‘audio’, che significa per l’appunto ascoltare. Ed è proprio questo il punto forte della  professionalità che il dott. Carlo Boccafogli ci ha trasmesso durante il nostro incontro. 

Come è iniziata la tua esperienza professionale in questo settore?
Subito dopo essermi laureato in economia e commercio, sono stato assunto da un’azienda chimico-farmaceutica nel settore amministrativo, ma, non soddisfatto, nel 2000 ho partecipato ad una selezione della Banca Popolare del Lazio e sono stato assunto. Dopo un primo periodo in filiale, sono stato trasferito in Direzione Generale, per la precisione nell’ufficio intermediazione finanziaria che si occupa di gestire il portafoglio titoli della banca. Negli anni successivi il settore bancario ha vissuto una vera e propria rivoluzione nell’organizzazione dei propri controlli. Cosi, in considerazione anche del mio percorso di formazione post-universitaria (ho conseguito un master presso l’Università di Pisa in Auditing e Controllo Interno), mi è stato richiesto di organizzare prima il Middle Office Finanza, struttura di controllo e monitoraggio della gestione degli investimenti finanziari della Banca e successivamente, nel 2007, la Funzione Compliance. Una funzione questa già presente nelle banche di matrice anglosassone, ma una vera novità nel panorama delle banche italiane, la cui missione consiste nel presidiare il rischio di non conformità alle norme, ovvero il rischio di sanzioni legali o disciplinari, perdite finanziarie o reputazionali, nelle quali la Banca può incorrere.
Di cosa ti occupi attualmente?
Attualmente sono responsabile dell’Internal Audit o funzione di revisione interna. L’Internal Audit è il terzo livello di controllo, il più alto stabilito da Banca d’Italia, in quanto è chiamato a verificare l’adeguatezza e l’efficienza del complessivo sistema dei controlli interni alla banca. L’obiettivo di tale funzione è quello di garantire agli organi aziendali di vertice il regolare andamento dell’operatività e l’evoluzione dei rischi; a tal fine si provvede, attraverso un programma di verifiche periodiche, a valutare la completezza, l’adeguatezza, la funzionalità e l’affidabilità della struttura organizzativa e delle altre componenti del sistema dei controlli interni, per delineare possibili miglioramenti e fornire raccomandazioni soprattutto di carattere organizzativo.
La Funzione Internal Audit include al suo interno anche l’Ufficio Ispettorato il quale svolge un’attività di verifica in loco prevalentemente di natura ispettiva, necessaria a controllare che tutte le norme interne vengano applicate correttamente dal personale della banca.
Con chi si relaziona il tuo ufficio?
La Funzione internal Audit è un‘unità organizzativa che dipende direttamente dal Consiglio di Amministrazione della Banca, anche se la stessa si relazione principalmente con la Direzione Generale, che è chiamata a superare le eventuali problematiche individuate attraverso i controlli effettuati, e nei confronti della quale viene svolta anche una continua attività di supporto nella gestione di potenziali problematiche interne collegate a comportamenti del personale. La relazione con il Consiglio di Amministrazione avviene prevalentemente con la partecipazione al Comitato Controlli Interni e Rischi. Inoltre, ogni volta che si conclude un’attività di audit, nel rispetto degli standard internazionali della professione, si apre sempre un confronto con i responsabili delle strutture sottoposte a controllo, occasione di incontro con i titolari di filiale, capi area e responsabili delle strutture centrali. In ultimo il mio ufficio si relaziona spesso anche con il Collegio Sindacale. Del resto, il responsabile dell’Internal Audit, è nominato dal Consiglio di Amministrazione previo parere positivo del Collegio Sindacale.
Qual è la caratteristica fondamentale del tuo lavoro?
Ritengo che la caratteristica fondamentale di chi svolge attività di audit debba essere quella di avere una notevole capacità di ascolto e “tatto” nella gestione delle relazioni interne, in quanto spesso ci si trova nella condizione di dover esprimere giudizi sul lavoro di altri uffici e funzioni. Non è un compito facile. Per questo il mio approccio cerca di essere sempre propositivo, ritengo infatti che la funzione di controllo debba avere principalmente una finalità costruttiva, ovvero funzionale ad individuare percorsi di sviluppo e miglioramento delle attività e delle strutture aziendali.
Una giornata tipo del tuo team?
In realtà non esiste una giornata tipo. Le attività di controllo sono svolte sia in ufficio, attraverso la raccolta ed analisi della documentazione specifica, sia presso le filiali della Banca, con delle vere e proprie verifiche sul posto, per la valutazione della correttezza dei comportamenti operativi assunti dal personale dipendente. Si parte da una pianificazione di massima delle attività ma poi si viene sempre catturati da mille altri problemi da risolvere, in considerazione anche del ruolo consulenziale che la funzione Internal Audit è chiamata a svolgere, soprattutto nei confronti dell’esecutivo. Una cosa che cerco sempre di fare, è ritagliarmi del tempo di confronto con i miei collaboratori; prima di decidere ho bisogno di ascoltare e valutare la loro opinione. Mi piace sempre mettere in discussione la mia visione delle cose e soprattutto condividere gli obiettivi da perseguire. Ritengo necessario trasmettere ai propri collaboratori il senso di quello che si sta facendo e dove si vuole arrivare.

Ufficio stampa Blink

 

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