Un morbo misterioso si aggira per la capitale del nostro Paese. Si tratta di un virus, o forse un microbo di origini ignote e imperscrutabili, una specie di killer biologico che colpisce all’improvviso e in maniera virulenta. Roma ne è infetta. Quello che preoccupa e sconcerta i medici e gli scienziati che stanno cercando di risalire alle origini del fenomeno epidemico, è che questo misteriosissimo agente patogeno colpisce in modo settoriale e mirato, come se obbedisse a imperscrutabili ragioni molecolari. L’infezione, infatti, colpisce specifiche categorie di persone, tutte quasi esclusivamente dedite al pubblico impiego.
I primi casi si registrarono a cavallo della notte di san Silvestro del 2014. In quelle ore il morbo quasi decimò il corpo dei vigili urbani della capitale, lasciando a casa 644 addetti al controllo della viabilità che avrebbero dovuto regolamentare il traffico urbano, e vegliare sulla notte bianca di Roma.
Ebbene quella notte, quando tutti i vigili urbani in servizio erano pronti per avviarsi al lavoro lungo le strade di Roma, che si andavano riempiendo di cittadini e turisti in festa per salutare l’arrivo del nuovo anno, il misterioso morbo colpì senza pietà. Una epidemia violenta e improvvisa che si manifestò con le patologie più varie: sciatalgia, ernia del disco, influenza, emicrania. Il virus misterioso non conosceva confini corporali e si manifestava ovunque.
Su quella vicenda, insieme al consiglio nazionale delle ricerche, avviò un’indagine anche la magistratura di Roma, nel tentativo di vederci chiaro.
Oggi, dopo un periodo di tranquillità, come spesso accade per le epidemie, il virus, questa specie di Ebola del pubblico impiego, è tornato ad appestare la capitale.
Giovedi 21 aprile, nella giornata di sciopero dei mezzi pubblici, il misterioso morbo di Roma ha colpito nuovamente. Il focolaio stavolta è esploso nell’azienda dei trasporti della Capitale, l’Atac, che gestisce gli autobus cittadini e la metropolitana. La direzione dell’azienda dei trasporti ha notato che, lo scorso 21 aprile, proprio in coincidenza con la giornata di sciopero indetta da alcune sigle sindacali (che il prefetto ha poi ridotto a quattro ore, anche perché lo sciopero coincideva con il natale di Roma), c’è stato “un notevole aumento dei casi di malattie e di richieste di utilizzo permessi, in particolare sulla linea B della metro, dove sono risultati scoperti il triplo dei turni rispetto alla media”, recita il comunicato aziendale.
L’Atac ha avviato immediate visite fiscali per cercare di indagare sul singolare fenomeno che ha visto ammalarsi, all’improvviso, ventisei macchinisti sui 121 in servizio. Tutti insieme, nello stesso giorno. L’Usb, una delle sigle promotrici dell’agitazione, ha parlato di adesione al settanta per cento allo sciopero nei mezzi di superficie e ha registrato la chiusura delle linee A e B della metropolitana. Ma inizialmente non aveva fatto cenno al fenomeno dell’aumento dei casi di malattia. Su questo aspetto della vicenda è poi intervenuto il responsabile del settore Lavoro della stessa sigla sindacale.
“È vergognoso che si scarichi ogni responsabilità sui lavoratori, questo significa attizzare il fuoco tra utenti e autisti. Lo sciopero ha avuto un’adesione altissima e la malattia è la conseguenza dell’accordo in vigore da luglio che aumenta i carichi di lavoro e acuisce problemi di salute e sicurezza. Dopo le ripetute aggressioni a danno di dipendenti dell’Atac degli ultimi giorni, dire che ci sono stati troppi autisti malati, come ha fatto l’Atac, significa criminalizzare i lavoratori”, afferma il dirigente sindacale.
Ora, noi abbiamo un sacro, supremo e inviolabile rispetto per tutti i lavoratori di questo Paese. È una categoria alla quale apparteniamo tutti, quindi immaginatevi con quanta attenzione affrontiamo le questioni sindacali. Ma le aggressioni agli autisti degli autobus e l’aumento esponenziale dei casi di malattia proprio nel giorno dello sciopero, ci sembrano argomenti che non possono stare insieme. Sia detto con tutto il rispetto, è come mischiare pere e mele.
A Uno Mattina ci siamo occupati più volte delle aggressioni subite dagli autisti dei mezzi pubblici avvenute non solo a Roma per non sapere che dimensioni e quale gravità abbia il problema. Ma che c’entra con l’aumento dei casi di malattia proprio nel giorno dello sciopero? La malattia è conseguenza dell’eccesso di carico di lavoro, dice il sindacato. E noi non abbiamo nessuna ragione di dubitare che questo possa corrispondere al vero. Figuriamoci! La mia trasmissione si è spesso occupata dei lavori usuranti, invitando sindacalisti e giuslavoristi a discutere dell’argomento. Non abbiamo ragione di dubitare, anzi siamo consapevoli che guidare un autobus per ore e ore al giorno sia un lavoro usurante, ci mancherebbe altro. Senza contare il carico di stress che comporta guidare un mezzo pubblico lungo 15 metri in una città dal traffico caotico come Roma. Figuriamoci.
Quello che lascia perplessi, però, è che i danni causati dal carico eccessivo di lavoro, si siano manifestati tutti assieme nello stesso giorno per tutti gli autisti. È una cosa strana davvero. Si tratta di un fenomeno che dovrebbe essere studiato da un epidemiologo, non da un medico di medicina del lavoro.
Il punto, forse, è che quando alle ragioni inviolabili dei diritti dei lavoratori si mescolano altre variabili, per così dire, si corre il rischio di far perdere forza agli stessi diritti. Ed è un peccato, perché magari uno ha ragione, ma finisce per alimentare dubbi e sospetti.