Cronaca, senza toccare alcol, della kermesse musicale
Avete presente una spiaggia di Rimini a Ferragosto? Ecco la città di Sanremo durante i giorni del festival è così. In aggiunta metteteci l’isteria delle persone che vagano, come zombie impazziti, alla ricerca di un qualsiasi volto noto del mondo della musica, della tv, dello spettacolo e finanche dei cartoni animati. Per farne cosa? Questo ovviamente è lo show bellezza, oltre ad essere la fortuna di un evento che da sessantasei anni, precisi, riempie i media nazionali per un mese, minimo. Ma se tralasciamo questi aspetti puramente sociologici, ed entriamo dritti nel cuore dell’Ariston, allora le cose cambiano ed assumono un aspetto indiscutibilmente mistico. Sabato sera gran finale. Red Carpet rosso come non mai. Luci, vestiti che neanche alla settimana della moda e metal detector come piovesse, perché non ci sono più i “cavallo pazzo” di una volta che volevano ‘solo’ buttarsi dalla galleria, oggigiorno gira gente con i fucili. Comunque ringraziando Dio non succede nulla e tutto scorre, nonostante la presenza di Garko. Aprono Il Volo (vincitori dello scorso anno). Ma come, avevamo fatto così tanto per allontanarli. Pensate che il loro brano l’ultima volta si era ascoltato proprio a Sanremo. Un successo! Il voto da casa decreta alcuni perdenti: Bluvertigo, Zero Assoluto, Neffa e Dear Jack. Morgan lascia il festival, dopo aver lasciato anche la sua voce tempo fa, ma non si capisce dove! Neffa scimmiottava Celentano, ma senza lunghi silenzi, quindi non vale. Zero Assoluto, zero appunto. C’è Roberto Bolle che balla sulle note dei Queen. Ma la regina stasera è proprio lui. Inizia la gara, sono già le 22, si prevede nottata. Francesca Michielin non lo sa, ma arriverà seconda. Bella canzone. Ha festeggiato in tenda, quella nella quale ha dormito per tutta la settimana. Entra la Ghenea ed è talmente bella che sono tutti a bocca aperta, pure Patty Pravo, che a causa di ‘alcuni aggiustaggi’ non riusciva ad aprirla da anni. Sul palco Alessio Bernabei, ancora ride, capite da soli il perché no? (gli ex compari Dear sono stati buttati fuori). Virginia Raffaele fa Virginia Raffaele, ma non gli viene bene. Clementino non spacca, ma piace. Patty Pravo per l’ultima volta…e per forza (anche se le auguriamo di campare cent’anni)! “La borsa delle donne”, Noemi racconta un mondo…Cristina D’Avena all’Ariston per la prima (e ultima) volta, ma non ci crede manco lei sul come sia potuto accadere. Elio e i compari scimmiottano i Kiss, è sono già storia. Arisa, vestito carino, ma le calze orribili (stylist in sala stampa), ma tanto deve cantare mica sfilare e andiamo! Gli Stadio fanno diventare la sala stampa una curva. Renga presenta Annalisa, che comunque sappiatelo, non ride manco se gli dai una cosa di soldi. E poi Renato Zero, il momento etero della serata. Rocco Hunt ribalta la sala stampa (sta sala stampa non sta mai ferma). Le parole sono banali e vecchie come la mia bisnonna, che comunque è morta da tempo, ma il groove molto napoletan power c’è e ti prende. Invece il brano di Ruggeri non è che non piace, è che sembra tante canzoni vecchie di Enrico Ruggeri messe insieme. La canzone di Caccamo e Iurato non è male, però è troppo Sanremo, troppo. Un po di rock and Roll, ci vuole un po di roll. In tutti i laghi, in tutti i mari, in tutti i Sanremi: Valerio Scanu. Con quel look tutto caschetto e pizzetto sembra una statua liturgica di una fede ostrogota. Irene, figlia di Adelmo, detto Zucchero in Italia, Sugar in America, canta Blu, non quella del padre, ma quella sua. Niente. Non pervenuta manco stasera. E quindi…vincono gli Stadio (che secondo noi ancora oggi non credono ai loro occhi e alle loro orecchie).
Antonio Di Trento
(per Radio Show Italia)