Riforma pensioni: trovato finalmente l’accordo tra governo e sindacati

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Riforma pensioni: trovato finalmente l’accordo tra governo e sindacati

Per il pacchetto di riforme, l’esecutivo mette sul piatto 6 miliardi in tre anni. Ape sperimentale per due anni, quattordicesima e no tax area per i pensionati. Per i lavoratori precoci in difficoltà, l’assegno dopo 41 anni di contributi. Ecco le principali novità.

Raggiunta l’intesa sulla riforma Pensioni tra il Governo Renzi e i sindacati. Ha portato buoni frutti il tavolo di confronto sollecitato dalle parti sociali e avviato quattro mesi fa dall’esecutivo. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, da una parte; Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, Annamaria Furlan (Cisl) e Carmelo Barbagallo (Uil) dall’altra, hanno discusso sul pacchetto di interventi riservato a chi è già in pensione e a chi ci vorrebbe andare. I contenuti dell’accordo raggiunto sono stati illustrati durante una conferenza stampa dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Stefano Nannicini e dal ministro Giuliano Poletti. Nel verbale firmato si parla di anticipi (Ape ‘anticipo pensionistico’), di trattamento per i lavori precoci e usuranti, di ricongiunzioni onerose, di quattordicesima ed estensione della “no tax area” per i pensionati. Nel documento non è specificata la quantità esatta di risorse che saranno stanziate per mettere in pratica le nuove regole, ma dopo l’incontro al ministero del Lavoro con i segretari di CGIL, CISL, UIL, Giuliano Poletti ha dichiarato che saranno stanziati 6 miliardi di euro nei prossimi tre anni, partendo con risorse inferiori ai due miliardi per il prossimo anno e poi a crescere nei due successivi. Il verbale precisa che il confronto con le parti sociali continuerà, con l’obiettivo di riformare il sistema di calcolo contributivo per permettere anche ai giovani con redditi bassi, di aver diritto alla pensione, pur mantenendo la sostenibilità finanziaria. Per la decisione finale bisognerà attendere metà ottobre e la prossima legge di bilancio. L’accordo prevede due fasi: le misure della prima fase sono quelle su cui c’è stata una maggiore condivisione, anche se alcuni punti restano da chiarire e discutere, ma che in linea di massima saranno applicate a partire dalla prossima legge di bilancio, quelle della seconda fase, sono invece modifiche ancora da approfondire. Dopo la siglatura avvenuta il 28 settembre scorso dell’accordo governo-sindacati, sono diverse le misure annunciate a correzione della contestata riforma Fornero. Ma quando verranno applicate? Di seguito si riporta il calendario con tutte le tempistiche di attuazione dei nuovi interventi in materia di pensioni.

Cosa cambia da subito

Si tratta di quelle misure inserite nella cosiddetta Fase 1 e che, quindi, entreranno in vigore fin da subito, o meglio già a partire dalla prossima Legge di Stabilità. Tra queste: l’anticipo pensionistico (APE), l’aumento della quattordicesima per le pensioni minime, il cumulo dei contributi, i precoci e i lavori usuranti. Vediamo nel dettaglio.
Pensione Anticipata
L’APE, l’anticipo pensionistico che consentirà di uscire dal mondo del lavoro volontariamente a 63 anni (anziché a 66 anni e 7 mesi) verrà provato inizialmente in maniera sperimentale per 2 anni. Come funziona? Il lavoratore incassa dall’INPS un prestito pensionistico, che dovrà rendere in 20 anni nel momento in cui matura la pensione. Si tratta di un trattamento sovvenzionato dalla banca (scelta dallo stesso lavoratore), con la quale si stipula, obbligatoriamente, un’assicurazione contro il rischio di morte prima della restituzione in modo tale da tutelare gli eredi. arà un anticipo, invece, a carico del datore di lavoro nel caso di ristrutturazione aziendale, oppure a carico dello Stato (cosiddetto APE sociale) per quanto riguarda i lavoratori in difficoltà, quindi: disoccupati; chi ha svolto mansioni usuranti; chi ha problemi di salute; cha ha familiari disabili.
Pensioni minime e Quattordicesima
La quattordicesima fin da subito verrà erogata ai pensionati fino a 2 volte il minimo (ossia circa 1.000 euro al mese), ad oggi riservata invece ai trattamenti fino a 1,5 volte il minimo (ossia 750 euro al mese), predisponendo un aumento dell’assegno per chi lo percepisce già.
No Tax Area
Già dalla prossima legge di Bilancio verrà innalzata la cosiddetta no tax area che in questo modo arriverà a 8.125 euro per i pensionati con più di 75 anni di età.
Rendita integrativa anticipata
La Rendita integrativa anticipata, cosiddetta RITA, permetterà di riscattare la pensione complementare e così avere una rendita temporanea nel periodo mancante al raggiungimento della pensione. Sono inoltre previsti incentivi ed agevolazioni fiscali al fine di sfruttare il TFR accantonato in azienda.
Cumulo contributi
Fin da subito diventa operativa la possibilità di applicare il cumulo per raggiungere la pensione anticipata, calcolando anche il riscatto della laurea, sempre con computo della pensione pro-rata sulla base delle regole valevoli in ciascuna gestione.
Lavoratori precoci
Per coloro che hanno almeno 12 mesi di contributi versati prima del compimento del 19esimo anno di età e svolgono attività gravose (che saranno identificate in sede di negoziato), vien concessa fin da subito la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi, senza alcuna penalità per chi decide di ritirarsi dal lavoro prima dei 62 anni.
Lavori usuranti
Previsto anche l’anticipo di 12 o 18 mesi sull’attuale età pensionabile (vengono tolte le cosiddette finestre mobili) per i soggetti che hanno svolto lavori usuranti per almeno 7 anni nel corso degli ultimi 10 di vita lavorativa, o viceversa per la metà degli anni dell’intera vita lavorativa. Previste per queste categorie anche specifiche semplificazioni burocratiche e nessun adeguamento alle aspettative di vita dal 2019, mentre per gli altri lavoratori interverrà il nuovo scatto INPS.

Per che cosa dobbiamo attendere il 2017?

Gli altri interventi previdenziali contenuti nell’accordo tra Governo e Sindacati, facendo parte della cosiddetta Fase 2, per diventare operativi, invece, dovranno attendere il prossimo anno. A partire dal 2017, in particolare, l’attenzione verrà focalizzata su sostenibilità ed equità del sistema previdenziale futuro con nuovi interventi di riforma che riguarderanno il calcolo contributivo. Questi, infatti, serviranno a rendere il calcolo più flessibile ed equo e così assicurare l’adeguatezza delle pensioni future dei giovani che hanno redditi bassi e carriere discontinue.

Maria Rita Cappucci

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