Il sogno di Pietro il Grande

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Il sogno di Pietro il Grande

Sai di essere a San Pietroburgo, o se preferite Leningrado, quando alzi lo sguardo e ti trovi circondato da mille guglie barocche e cupole dorate. Ma sei assolutamente certo di poter essere solo a Pietroburgo quando, dopo appena qualche passo, non sai più riconoscere se sei sulla riva del mare, di un canale o su una delle 44 isole che la punteggiano. Fondata da Pietro il Grande sul delta della Neva con l’intenzione di farne la capitale e costringere la sua Russia a nutrirsi di cultura europea, questa città ancora oggi fa qualcosa di più che mettere a soqquadro le nostre cognizioni: si occupa di tirarle a lucido, rivelandoci tutto d’un fiato, nei cinque giorni della nostra visita, il suo inestimabile patrimonio artistico e architettonico.
Immersi tra le tele di Bruegel e Picasso nell’immenso museo Hermitage, o incantati in una profusione di palazzi neoclassici e barocchi nel suo centro storico, o ancora rapiti dai balletti del teatro Marinskij, Pietroburgo ci mostrerà il suo corredo biologico totalmente consacrato alla bellezza, in tutte le sue forme. Non senza contraddizioni. Come un vecchio disco che ha un lato A e un lato B, Pietroburgo si racconta in due modi. Alza la puntina, appoggia il vinile, abbassa il braccetto: le note di Pietroburgo sono anche quella più aspre del lato B, la tentacolare, fredda e indifferente città dei racconti di Gogol, costellata di uomini che soffocano in una realtà inadeguata ai loro sogni. Ma poi, sul lato A, l’attacco è dato dall’angelo della colonna di Alessandro, al palazzo d’Inverno: la Pietroburgo monumentale e vistosa, definita da Lermontov la “Palmira del nord”, che si staglia proprio come un’oasi nel deserto dei ghiacci delle brume del nord, una culla di infiniti tesori depositata tra paludi definitivamente bonificate.
Tutta l’essenza della Russia, e la sua storia, ci passeranno davanti attraverso questo buco della serratura a forma settecentesca, un mondo di corti e di aristocrazia che non c’è più, ma che si addensa sul teatro di un presente pulsante ed attualissimo. Luogo d’incontro tra due civiltà, porto commerciale, capitale e residenza degli zar, scopriremo l’anima di un impero e di un universo letterario folgorati in una sola città: che non per caso ha dato i natali ad alcuni tra i più celebri artisti e scrittori russi, da Nabokov a Kandinskij, passando per Prokofiev, Malevic e Stravinskij. Troveremo la Pietroburgo che in inverno, ammorbidita dalla neve, si guarda in due specchi spesso ghiacciati, il Golfo di Finlandia e la Neva, in una malinconia piena di dolcezza; e sembrerà impossibile pensare che questa sia la stessa città che nel passato è stata sfondo di soprusi e intrighi, immortalati nelle splendide descrizioni di Dostoevskij. “La più astratta e premeditata città del mondo”, come proprio lui la descrisse, sottolineando il suo stato quasi astorico: una cifra distintiva che regalerà anche a noi, in un tempo sospeso, la vertigine che solo la pura bellezza procura.

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