Vincitore del Premio Strega 2016
A vincere la 70esima edizione del Premio Strega è stato lo scrittore Edoardo Abinati, autore de “La scuola cattolica”, edito da Rizzoli. La finale dell’ambito Premio si è svolta l’8 luglio nella splendida cornice della Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica. A premiare Albinati sono stati, a termine dello scrutinio, il Presidente di seggio Nicola Lagioia, vincitore del Premio Strega 2015, e Tullio De Mauro, presidente della Fondazione Bellonci.
La vittoria di Albinati, con 143 voti, supera di molti punti gli altri finalisti:
L’UOMO DEL FUTURO
(Mondadori) di Eraldo Affinati, 92 voti
SE AVESSERO
(Garzanti) di Vittorio Sermonti, 89 voti
IL CINGHIALE CHE UCCISE LIBERTY VALANCE
(minimum fax) di Giordano Meacci, 46 voti
LA FEMMINA NUDA
(La nave di Teseo) di Elena Stancanelli, 25 voti
Le prime dichiarazione del vincitore Edoardo Albinati, con ancora in mano la tradizionale bottiglia di liquore data in dono al vincitore sono state: “Sono solo un redattore di questo libro. Ringrazio chi ha avuto l’idea, due emissari dell’editore che mi hanno convinto a continuare quando stavo mollando, le quattro donne, anzi cinque, che hanno riletto il romanzo e mi hanno aiutato.” La gioia, l’entusiasmo, la fatica del romanzo, Albinati la dedica a Valentino Zeichen, da lui definito “persona cara e nobile, aquila libera che ha insegnato, protetto e consigliato i miei figli e tutti noi”. “Nascere maschi è una malattia incurabile”, scrive Albinati in un passaggio del romanzo, e proprio prima di ricevere lo Strega aggiunge a voce: “Questo libro racconta di quelle famiglie in cui un figlio esce basso, l’altro magro, uno con gli occhi scuri, uno chiari. Da questa scuola escono campioni del pensiero, assassini, industriali”. Lo scrittore e giornalista Christian Raimo, in un articolo su “Internazionale” scrive: “È veramente complicato parlare del nuovo libro di Edoardo Albinati, La scuola cattolica. E non è solo per la sua lunghezza, sono 1.294 pagine di un’edizione Rizzoli con una gabbia molto larga, e per leggerle occorre almeno una settimana in cui si rinuncia a quasi ogni altra attività. È un romanzo fagocitante, bulimico, che cerca, impossibilmente, di fare i conti una volta per tutte con gli atti e le ideologie di quella generazione diventata adulta negli anni settanta tra crisi dei valori borghesi ed esplosione della violenza non solo politica; è un romanzo dell’io, metà Bildungsroman con tutte le scene classiche del genere (conflitto con i genitori, scoperta del sesso, amore per i mentori, amicizie e tradimenti, confusioni ideali, nostalgia e sollievo per la possibilità di lasciarsi quel tempo alle spalle) e metà memoir scritto a mo’ di diario, con appunti che ripercorrono l’aneddotica di una giovinezza esemplare anche per il solo fatto di essere lontana.”
Giulia Lenci
“LA SCUOLA CATTOLICA”
di Edoardo Albinati, Rizzoli.
Roma, anni Settanta: un quartiere residenziale, una scuola privata. Sembra che nulla di significativo possa accadere, eppure, per ragioni misteriose, in poco tempo quel rifugio di persone rispettabili viene attraversato da una ventata di follia senza precedenti. Appena lasciato il liceo, alcuni ex alunni si scoprono autori di uno dei più clamorosi crimini dell’epoca, il Delitto del Circeo. Edoardo Albinati era un loro compagno di scuola e per quarant’anni ha custodito i segreti di quella “mala educacion”. Ora li racconta guardandoli come si guarda in fondo a un pozzo dove oscilla, misteriosa e deforme, la propria immagine. Da questo spunto prende vita un romanzo, che sbalordisce per l’ampiezza dei temi e la varietà di avventure grandi o minuscole: dalle canzoncine goliardiche ai pensieri più vertiginosi, dalla ricostruzione puntuale di pezzi della storia e della società italiana, alle confessioni che ognuno di noi potrebbe fare qualora gli si chiedesse: “Cosa desideravi davvero, quando eri ragazzo?”. Adolescenza, sesso, religione e violenza; il denaro, l’amicizia, la vendetta; professori mitici, preti, teppisti, piccoli geni e psicopatici, fanciulle enigmatiche e terroristi. Mescolando personaggi veri con figure romanzesche, Albinati costruisce una narrazione che ha il coraggio di affrontare a viso aperto i grandi quesiti della vita e del tempo, e di mostrare il rovescio delle cose.“Mi limito a mettere insieme pagine e pagine, anche perché la scrittura è questo, ovvero una lunga fase di connessione di cose diverse e disparate tra di loro, creando quasi una sorta di spirale, dei giri sempre più profondi dentro questa realtà”.
Edoardo Albinati