Referendum Costituzionale di ottobre: le ragione del Sì e del No

Rossana Campo
1 Luglio 2016
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Referendum Costituzionale di ottobre: le ragione del Sì e del No

Dopo l’approvazione del testo della riforma costituzionale in via definitiva alla Camera il 12 Aprile, a ottobre tutti gli aventi diritti al voto saranno chiamati ad esprimersi sul referedum costituzionale. Essendo un referendum costituzionale e non abrogativo, non sarà necessario il raggiungimento del quorum: non servirà quindi il 50% dei voti più uno e, quindi, a prescindere dal numero di partecipanti, vincerà chi ha ottenuto la maggioranza dei voti (il Sì o il No). Gli aventi diritto al voto saranno chiamati a pronunciarsi a favore o contro tutto il testo della riforma, per cui o si accetta tutto o si respinge tutto. Il referendum confermativo della riforma della Costituzione delineata dal decreto di legge Boschi è stato richiesto sia dalle opposizioni sia dalla maggioranza: Renzi infatti vuole una conferma della riforma attraverso il voto popolare. L’esito del referendum acquista un importante significato politico per le sorti dell’esecutivo e della legislatura, condizionando anche la permanenza del Governo Renzi a Palazzo Chigi. Come più volte ribadito, il premier Renzi e la ministra Boschi, in caso di bocciatura della riforma, annunceranno le dimissioni.

Ripercorriamo in breve i punti della Riforma

FINE DEL BICAMERALISMO PERFETTO
Solo la Camera dei Deputati avrà il rapporto fiduciario con il Governo e solo la Camera voterà le leggi.

IL SENATO
Il Senato sarà un organo rappresentativo delle istituzioni territoriali. Sarà composto da 100 membri: 95 senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali tra cui 21 sindaci e 5 senatori che possono essere nominati dal Presidente della Repubblica

SENATORI A VITA
I senatori a vita saranno solo gli ex Presidenti della Repubblica. Il Presidente della Repubblica potrà nominare 5 senatori che rimarranno in carica 7 anni e non potranno essere rinominati.

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Il Presidente della Repubblica sarà eletto solo da deputati e senatori senza i delegati. Ai primi tre scrutini servirà la maggioranza dei 2/3, dal quarto al sesto i 3/5 degli aventi diritto e dal sesto i 3/5 dei votanti.

REFERENDUM
Verranno introdotti due nuovi tipi di referendum, quello propositivo e quello di indirizzo. Per le leggi di iniziativa popolare saranno necessarie 150mila firme.

RIFORMA DEL TITOLO V
Viene eliminata la competenza legislativa concorrente tra Stato e Regioni e si trasferiscono allo Stato alcune materie che finora facevano parte della competenza concorrente che ripartisce le competenze legislative in esclusiva dello Stato ed esclusive delle Regioni, oltre a quelle concorrenti tra Stato e Regioni.

ABOLIZIONE PROVINCE E CNEL (Consiglio Nazionale per l’Economia e il Lavoro)
Verranno abolite le province, lasciando come enti territoriali solo i comuni, le città metropolitane, le regioni e il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro.

Giulia Lenci

Le ragioni del Sì
I sostenitori del Sì, e quindi coloro che voteranno l’approvazione della riforma, considerano l’opportunità offerta dal cambiamento come un salto di qualità per il sistema politico italiano. Per il fronte del Sì è un’occasione per riformare il Paese e dimostrare credibilità a livello internazionale.
Ecco le ragioni del Sì:
• addio al bicameralismo: si supera le lentezza e i ritardi derivanti dal passaggio delle leggi da Senato a Camera
• instaurazione di un rapporto di fiducia tra Camera e Governo: la Camera deve infatti concedere la fiducia al Governo
• risparmi ottenuti dalla diminuzione del numero dei parlamentari e dall’abolizione del Cnel
• aumento della democrazia diretta mediante l’introduzione del referendum propositivo e le modifiche sul quorum referendario;
• diminuzione dei casi di contenzioso tra Stato e Regioni davanti la Corte costituzionale per la posizione di intermediario del Senato tra governo centrale e poteri locali

Le ragioni del No
• Illegittimità della riforma perché prodotta da un parlamento non eletto dal popolo ma con una legge elettorale (Porcellum) dichiarata incostituzionale.
• immunità parlamentare garantita anche agli amministratori regionali e locali
• non chiarezza della legge
• la legge è stata prodotta sotto dettatura del governo e non per iniziativa libera del parlamento
• il bicameralismo non viene davvero superato, come dice il governo, bensì reso più confuso creando conflitti di competenza tra Stato e Regioni e tra Camera e nuovo Senato
• complica il processo di produzione delle norme: dalle nuove norme su Senato e procedura legislativa deriverebbero almeno 7 procedimenti legislativi differenti
• i costi della politica non vengono dimezzati: con la riforma si andrà a risparmiare circa il 20%, ma in realtà sono in arrivo nuove indennità al rialzo per i funzionari parlamentari
• l’ampliamento della partecipazione diretta dei cittadini comporterà l’obbligo di raggiungimento di 150mila firme (attualmente ne servono 50mila) per i disegni di legge di iniziativa popolare; inoltre non garantisce la sovranità popolare: espropria il popolo dei suoi poteri e consegna la sovranità nelle mani di pochi.

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