Aldo Manuzio, lo stampatore visionario
Come al solito, per il nostro appuntamento mensile, ho l’imbarazzo della scelta. Mi piacerebbe andare a Milano per ammirare il grande Boccioni, a Palazzo Reale ancora per un mese e poi al Mart di Rovereto, senza voler perdere però la Mostra sui Macchiaioli al Chiostro del Bramante a Roma per rendere omaggio alla più imponente ed esaltante corrente pittorica di fine ‘800 quasi interamente italiana.
Così finisce che tra i due litiganti il terzo gode e mi catapulto nella magica laguna di Venezia e precisamente alle Gallerie dell’Accademia che dedicano un’intera Mostra all’inventore del “libro portatile” Aldo Manuzio lo Steve Jobs rinascimentale che seppe coniugare l’antico e il moderno in una visione tutta nuova, pratica, tascabile del libro. Lo stesso che mezzo millennio fa era l’iphone di oggi e a vederlo tra le mani della gentildonna ritratta da Lorenzo Lotto sembra proprio uno smartphone, così come pure i ritratti di Tiziano, Palma il vecchio, il Parmigianino, tutti con in mano, al posto delle consuete spade, scettri e ventagli, un libro sinonimo di un nuovo potere, il potere della Cultura, non più appannaggio di pochi eletti, bensì alla portata di tutti coloro che sapevano leggere e magari avevano anche una vista d’aquila, visto che i fogli scritti in corsivo per esigenze di spazio erano ripiegati in quarti, ottavi e persino sedicesimi. Lo scotto da pagare per poter leggere tutte le opere di Aristotele in soli 5 minivolumi e tutti i classici greci, ma anche Dante, Petrarca e i contemporanei, oltre al suo capolavoro “Il sogno amoroso di Polifilo” con 170 immagini che raccontano l’arcano intreccio tra umanesimo, alchimia e classicità. Libri non più da dover poggiare su ingombranti leggii, ma da portare con sé, da tenere in mano e consultare in ogni momento, perché entrati ormai prepotentemente nelle case per un uso quotidiano a comporre preziose biblioteche private. Una rivoluzione vera e propria da parte di uno “Stampatore visionario” che apre con il suo brand una nuova era e un mercato editoriale del tutto inedito con tanto di logo personalizzato che farà la fortuna sua e di tanti altri che seguiranno le sue orme.
E a proposito di “Stampa” per non fare torto al brutto anatroccolo, il Giornale, rispetto al cigno, il Libro miniato, voglio citare l’interessante iniziativa sposata dal “Corriere della Sera” su “Lettura” dal titolo “Arte i informazione”. Un nuovo uso del “Quotidiano” rielaborato in suggestivi Collage da pittori, fotografi e performer per dimostrare come l’Arte sia ancora fondamentale per interrogare la realtà che ci circonda in connubio o in alternativa ai media, ai computer, ai digital, ai tweet. Il Giornale così diventa Arte, un Quotidiano da conservare gelosamente in una emeroteca tutta personale. L’iniziativa è nata in occasione della mostra a Lugano nelle sale del LAC, Museo di arte contemporanea, dove è riunita una parte significativa della famosa collezione di Annette e Peter Nobel che celebra la Carta Stampata nella sua suggestione tutta immaginifica, protagonista assoluta di tutto un mondo fertile e vivo nato dal dialogo e dalla sinergia tra la cronaca, nella sua più vasta accezione, e l’Arte.