Il concorso nasce nell’autunno del 2014, in occasione della presentazione del governo Renzi del manifesto de “La Buona scuola”. In previsione di un piano straordinario d’assunzione di 150mila posti per gli iscritti nelle vecchie Graduatorie ad Esaurimento (GaE), si annunciò anche un futuro concorso per tutti gli altri precari. Secondo la legge 107 il concorso doveva uscire entro il primo dicembre 2015. Ma anche a causa dei problemi nella revisione delle classi di concorso, il bando è stato definito solo a fine febbraio 2016. Anche questo ritardo è alla base delle difficoltà degli Uffici regionali nelle ultime settimane: la verifica delle postazioni pc (in tutta Italia infatti la prova scritta è “computer based”), la mancanza di commissari per i compensi troppo bassi, la rettifica da parte di Usr (Ufficio scolastico Regionale) e Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università, della Ricerca) a 10 giorni dai test dell’ordine di sede dei candidati. Le prove scritte per il concorso della scuola 2016 dureranno un mese: da giovedì 28 aprile a martedì 31 maggio, poi in estate gli orali. La prova scritta prevede otto domande al pc di cui sei a risposta aperta e due di lingua straniera a scelta multipla. Coloro che supereranno la prova dovranno sostenere un colloquio di 45 minuti che prevede anche la simulazione di una lezione. La ministra Giannini: “Nella valutazione dei titoli si valorizzeranno, fra l’altro, i titoli abilitanti, il servizio pregresso, il dottorato di ricerca, le certificazioni linguistiche”. Con il concorso il Ministero dell’Istruzione selezionerà 63.712 nuovi insegnanti (24.232 di infanzia e primaria, 33.379 di scuola secondaria di I e II grado e 6.101 per il sostegno). 139 sono le classi di concorso, oltre 2.500 le sedi d’esame. Un solo candidato su tre dei 165.578 che hanno fatto domanda online potrà coronare il sogno della cattedra fissa. Secondo il Ministero dell’Istruzione con l’assunzione dei quasi 64 mila selezionati il corpo docente si ringiovanirà: l’età media dei partecipanti al concorso è di 38,6 anni, per la maggior parte donne: l’85,2 per cento. Una novità è stata l’introduzione della nuova classe di concorso: la cosiddetta A23. La nuova classe permette l’insegnamento di Italiano L2 nella Scuola secondaria di I e II grado e nei percorsi di istruzione per gli adulti, nonché di Laboratori di italiano L2 nella scuola dell’infanzia e quella primaria. “Abbiamo adeguato le classi di concorso alla realtà della scuola” ha spiegato la ministra Stefania Giannini. “Abbiamo un 10 per cento di alunni non italofoni e quindi nella condizione di dover imparare la lingua con insegnanti specializzati. L’insegnamento dell’italiano come seconda lingua è fondamentale e ha un valore integrativo vero e non teorico e retorico”. Secondo la ministra Giannini le prime assunzioni ci saranno già a settembre. Ma è impossibile non rimanere un po’ scettici ricordando quando le stesse rassicurazioni furono date dall’allora ministro Profumo nel 2013: gli orali si svolsero in estate ma quasi nessuna Regione riuscì a stilare le graduatorie definitive entro fine agosto. Se così fosse anche quest’anno i vincitori riceveranno la loro cattedra soltanto a partire dal 2017, e il triennio di stabilizzazione slitterà di un anno in avanti (insieme al prossimo concorso). Nella correzione il compito dei commissari sarà molto delicato: dovranno giudicare ma senza essere troppo severi. Nelle classi scoperte il rischio concreto è che bocciando alla fine, quasi in modo surreale, ci siano meno vincitori dei posti messi a bando. Non mancano le polemiche sulle tracce di esame e sul tempo dato a disposizione per lo svolgimento della prova. Secondo molti candidati infatti la difficoltà maggiore è stato rispondere alle domande nel tempo dato a disposizione, troppo poco per riuscire ad impostare svariate unità di apprendimento. Con un tempo maggiore si sarebbe potuto scrivere molto di più, essere più precisi e approfondire maggiormente le questioni. Mentre si sono accese le polemiche sulle prove d’esame, i sindacati della scuola hanno indetto uno sciopero che ha coinvolto, nella giornata del 20 maggio, tutto il personale della scuola (docenti, personale ATA e dirigenti). Le motivazioni dello sciopero sono legate al mancato avvio delle trattative per il rinnovo del contratto e alle numerose emergenze del settore dell’Istruzione. “Sono prove innovative – così Stefania Giannini commenta le prove del concorso – quello che ci interessa è verificare come sanno insegnare, quindi sia nell’orale che nello scritto sarà prevalente la metodologia, la volontà di vedere se saranno dei buoni insegnanti”. Ha poi continuato “Credo che sia storicamente il concorso più grande che la scuola italiana abbia organizzato, finalmente si torna alla Costituzione dopo tantissimi anni in cui i concorsi erano stati bloccati
Giulia Lenci