La Banca Popolare del Lazio raccontata di nuovo da una donna. L’incontro con Silvia Anitori, responsabile della segreteria generale, è stata l’ennesimo piacevole viaggio nel mondo della banca. In un universo lavorativo in cui le donne ricoprono ruoli sempre più adeguati alle loro qualità personali, bilanciando con la dovuta perizia gli impegni lavorativi e familiari, Silvia afferma che è indispensabile ricercare le più ampie collaborazioni. Esprimendo questo bellissimo concetto, Silvia non poteva che trovare il nostro consenso, in particolar modo quello della nostra direttrice Ottavia. Questa intervista ne è la brillante testimonianza.
Come è iniziata la tua esperienza professionale in questo settore?
Il mio primo e serio approccio con il mondo del lavoro è avvenuto proprio in questa Banca, precisamente con la ex Banca Popolare Pio X.
In realtà, appena laureata, con un po’ di cultura specifica in campo economico aziendale e tanti sogni e aspirazioni, ma totalmente priva di esperienze e competenze, nella mia mente, l’idea di un’occupazione lavorativa nel mondo bancario non era esattamente al primo posto.
Pur avendo consapevolezza di questa importante realtà nella città di Velletri, dove sono nata e vivo, a livello emozionale mi sentivo più rivolta verso altri ambienti lavorativi. Forse pensavo che quelle attività riguardanti la gestione delle imprese, a cui tanto mi ero appassionata, tipo la finanza aziendale, le attività di pianificazione, la gestione delle risorse umane e via dicendo, non avrei mai potuto conoscerle da vicino se fossi entrata in banca. Ma mi sbagliavo.
Ho iniziato a lavorare nel 1993 e, dopo un periodo trascorso in filiale, dove ho appreso i principali servizi, occupandomi di attività di front-office e poi di segreteria fidi, un giorno, il Direttore Generale di allora (oggi nostro Presidente), mi chiamò nel suo ufficio e mi disse che aveva necessità di una segreteria generale “diversa” da quella esistente, una segreteria che potesse offrirgli un supporto si di tipo amministrativo, ma soprattutto di carattere “gestionale”. In sintesi, sostenendo di aver trovato nella mia persona le giuste qualità personali e culturali, puntò su di me per realizzare questo ruolo.
Faticai un bel po’ prima di capire cosa mi fosse richiesto.
Ero molto giovane da un punto di vista professionale e, improvvisamente, mi ritrovai a relazionarmi con i Consiglieri e i Sindaci, con il Direttore Generale e con Direttori di vari settori, di grado elevato. Non fu semplice. Solo ora posso dire di aver appreso molto ascoltando e leggendo tutto ciò che mi passava tra le mani.
L’ufficio di oggi è molto diverso da quello in cui iniziai a lavorare, con una serie di attività che si sono accresciute strada facendo. Credo di poter dire che anche il mio ruolo si sia costruito nel tempo e sia la risultante delle circostanze e dei momenti lavorativi vissuti e di come io stessa ho interagito in quel contesto. Lo sento come un abito su misura e credo che un’altra persona al mio posto lo interpreterebbe in modo sicuramente diverso, poiché, molto più che per altri ruoli, in questo caso le qualità e le caratteristiche personali e di fiducia, hanno un peso importante.
Di cosa ti occupi attualmente?
Seguo, in collaborazione con l’Area Affari Societari, l’evoluzione della normativa societaria, in particolare del diritto bancario e della normativa di vigilanza, oggi in gran parte di provenienza europea, che disciplina l’esercizio dell’attività aziendale, fornendo supporto all’interpretazione ed alla corretta applicazione delle norme. Curo i rapporti con Banca d’Italia e altri Organi istituzionali e di Vigilanza, adempiendo ad una serie di comunicazioni. In sintonia con il Direttore Generale, collaboro con il Presidente per elaborazione dell’ordine del giorno delle riunioni del Consiglio di Amministrazione, tenendo conto delle specifiche esigenze e necessità dell’azienda, ovvero di obblighi normativi e fornendo impulso all’attività dei colleghi, responsabili della promozione delle proposte e dell’elaborazione dei documenti da sottoporre a delibera, opportunamente verificati per competenza e congruità.
Fornisco supporto per la verbalizzazione delle delibere del Consiglio, dell’Assemblea dei Soci e di altri eventuali Comitati endoconsiliari. Collaboro con altri settori aziendali per assicurare il corretto svolgimento delle Assemblee dei Soci, da un punto di vista organizzativo e soprattutto assicurando il rispetto delle disposizioni di legge e regolamentari.
Un’attività particolare che è nata in seno a quest’ufficio, è quella relativa alla redazione del Bilancio Sociale della Banca, la cui prima edizione risale al 2005, e in generale all’iniziativa di intraprendere un percorso di Responsabilità Sociale. Il Bilancio Sociale è divenuto pian piano un documento apprezzato dai lettori (stakeholder della banca), con un livello di diffusione e gradimento crescenti.
Con chi si relaziona il tuo ufficio?
L’ufficio è in posizione di staff, ossia di supporto a coloro che hanno responsabilità di linea e devono prendere delle decisioni. Fornisce quindi “utilità”, di carattere informativo ed operativo agli organi societari, in primo luogo al Consiglio di Amministrazione, al Collegio Sindacale e ad alcuni Comitati endoconsiliari e alla Direzione Generale. La materia fondamentale con la quale si lavora è “l’informazione”, sia essa proveniente dall’esterno, ossia dagli organi di vigilanza, quali Bankitalia, Consob, o Associazioni di categoria, ma anche dalla clientela; come dall’interno, ovvero dai colleghi, prevalentemente quelli degli uffici centrali.
Qual è la caratteristica fondamentale del tuo lavoro?
Una qualità imprescindibile richiesta a chi lavora in un ufficio come questo, è senza dubbio la “riservatezza”, da non fraintendere con il dovere di mantenere segreti, che nel senso proprio del termine non esistono, poiché la trasparenza è ad ogni livello di operatività della banca.
La riservatezza deve essere interpretata come la capacità di comunicare, nelle modalità più idonee e al momento opportuno, informazioni e decisioni ai soggetti che le devono utilizzare per motivi di lavoro.
Per fare questo, occorre anche conoscere abbastanza bene i processi di lavoro nonché le varie job delle unità organizzative aziendali. Ciò presuppone anche la capacità di seguire l’iter di maturazione di decisioni, oltre che di interpretare correttamente tutte quelle situazioni che quotidianamente si presentano e indirizzarle o predisporle ad una opportuna soluzione.
Altra caratteristica, di natura personale, che ritengo importante, è una buona capacità relazionale.
Una giornata tipo del tuo team
Innanzitutto vorrei smentire chi sostiene che, in un ambiente lavorativo, le donne non vanno d’accordo tra loro. Il nostro ufficio è composto da tre donne che hanno instaurato un bel rapporto professionale e dove, stante una ripartizione di attività che deve esistere per una buona organizzazione di base, si collabora per il raggiungimento di obiettivi prefissati, con unità e senso di responsabilità. Questo non significa che in alcune occasioni non possano esserci delle tensioni o incomprensioni, ma tutto si risolve con il dialogo e con la volontà di superare eventuali criticità.
Detto ciò e facendo i debiti scongiuri affinché questo clima sereno permanga nel tempo, sono molto orgogliosa del rapporto che si è creato e penso che tutte le donne che lavorano dovrebbero impegnarsi a smentire questi luoghi comuni. La “giornata tipo” è generalmente tale per poco. Si programmano le attività e si cerca di rimanere in carreggiata, ma i fuori strada sono diversi e non tutti divertenti. Comunque, alla fine della giornata, con buona volontà e spesso mettendo da parte gli impegni personali, ove possibile, si porta a termine il lavoro. La fortuna è quella di poter lavorare, con passione e motivazione, al fianco di persone con le quali si ha una buona sintonia.
Ufficio Stampa Blink