E’ vero che il proverbio dice “Aprile dolce dormire” ma è anche vero che è il mese ideale per visitare mostre e musei e il carnet offre veramente di tutto. Ma, dati i recenti fatti di cronaca del terrore, evitiamo di andare lontano e restiamo nei paraggi, approfittando della vicinanza con una Roma blindatissima e facciamo una bella visita alle Scuderie del Quirinale, dove sono in mostra sino al 26 giugno, “Correggio e Parmigianino. Arte a Parma nel ‘500”. Un’occasione imperdibile per godere della vista di ben 100 dipinti e numerosissimi disegni dei due massimi esponenti della pittura parmense, che seppero dare un colore nuovo al Rinascimento: Antonio Allegri (1489-1539) detto il Correggio e Francesco Mazzola (1503-1540) detto il Parmigianino. Grazie a loro Parma contese il ruolo di capitale dell’arte alle più blasonate Venezia, Firenze e Roma, oltre che alla dotta Bologna di Guido Reni, dei Carracci e del Guercino. Nulla da invidiare da parte di un Correggio dal talento versatile e dalla gamma cromatica vagamente similare al tonalismo del Giorgione, ma con sfumature leonardesche e illusionismi prospettici della scuola del Mantegna. Il tutto rivisitato a modo proprio, tanto da saper creare una sua “maniera” sia nei temi ecclesiali, che nella ritrattistica e nel mito. Superbe sono le tele di “Venere con Mercurio e Cupido” e la “Danae” per la resa seducente e la sensualità palese. Non ci sono veli sui seni turgidi della dea che esprime un erotismo allo stato puro nell’assecondare il gesto intrigante di Cupido mentre le scopre le nudità verginee. Dalla costola di Adamo-Correggio nasce anche tutta la Scuola Parmense, come testimoniato dal Mascardi e dal Lanzi, e in primis il Parmigianino, autentico genio in erba quando dipinge a soli 16 anni il “Matrimonio mistico di santa Caterina” in cui già si evince il modulo allungato che poi ritroveremo in tante sue opere e in particolare nella splendida “Conversione di Saulo” tra i momenti più esaltanti della sua produzione. La composizione scenica, l’architettura del paesaggio, la prospettica eccellente e la narrativa esaustiva del personaggio di fattezze michelangiolesche dalla gestualità prorompente sembra potersi toccare con mano in una panica movenza.