Comunicato stampa.
E’ un’investitura popolare quella che consentirà a Flavio Gabbarini, reduce dalla sontuosa vittoria alle Primarie di domenica 20 marzo, di cercare la riconferma nelle Comunali di giugno, quando proverà a strappare il pass per altri 5 anni al governo della sua Genzano. Se nel 2011 si guadagnò la palma di Primo cittadino al termine di una campagna elettorale innovativa, nei toni e nei contenuti, oggi, con la quasi totalità della coalizione a suo sostegno, le carte con le quali si presenterà al tavolo verde appaiono persino migliori, sebbene di cocci intorno ne abbia avuti anche lui, che arriva al rush finale della sua esperienza amministrativa con ben 4 assessori che hanno preferito defilarsi, alcuni dei quali per tentare poi l’esperienza in solitaria.
Ad uno di questi, Giorgio Ercolani, il risultato non ha arriso, visto che la piazza d’onore è andata all’ex sindaco, Enzo Ercolani. La palma di favorito era tutta nelle mani di Gabbarini, ma la vittoria è stata sontuosa, come sontuosa è stata la delusione, piuttosto cocente, degli sfidanti, col solo Costantini, che pur ultimo, ha forse tenuto botta, non andando tanto lontano dalle sue aspettative. L’attuale Sindaco ha primeggiato in maniera indiscutibile, incamerando più voti di quanti non ne abbiano presi gli altri tutti insieme: 1264, pari al 54,2% dei votanti, che sono 2377, a fronte dei 300o iscritti all’Albo delle Primarie, pari all’80% circa degli aventi diritto. Seconda piazza, quindi, per Enzo Ercolani, che ha chiuso la contesa a 398 voti (17,2%), precedendo Giorgio Ercolani, che ha racimolato 360 preferenze (15,4%), facendo meglio del solo Fabio Costantini, fanalino di coda con 311 voti (13,4%).
Il via vai verso l’atrio del PalaCesaroni, dove era stato predisposto l’unico punto-voto della giornata, è stato incessante per tutta la domenica, coi protagonisti che hanno imbucato la propria preferenza sin dal primo mattino, restando poi in zona, ‘presidiando’ i seggi. Tutto si è dipanato senza particolari tensioni, al culmine di una campagna elettorale nella quale i tre sfidanti hanno comunque mantenuto toni pacati, senza mai innalzare l’asticella dello scontro. I dati sono divenuti ufficiali solo allo scoccare della mezzanotte, quando Gabbarini ha potuto festeggiare coi suoi sostenitori, avendo contezza ufficiale del proprio trionfo.
La vittoria incamerata nelle Primarie, a bocce ferme, è la vittoria di chi ha per primo intuito l’opportunità di ‘passare’ per il ‘derby’ interno, alle quale proprio lui, per primo, annunciò essere disponibile a partecipare, auspicando così di trovarvi quella legittimazione che potesse ricucire definitivamente lo strappo interno al Partito democratico, nato con la diaspora che precedette le elezioni del 2011, che proprio Gabbarini vinse con una coalizione esterna al Pd. Forse neppure lui poteva immaginare quello che sarebbe stato, con una ‘discesa in campo’ di tutta l’argenteria delle ultime due amministrazioni, dal suo predecessore Enzo Ercolani, al suo ex vicesindaco Giorgio Ercolani, per finire con chi, Fabio Costantini, aveva già amministrato nel quinquennio 2008-2013, agendo nelle vesti di vicesindaco. A pochi giorni dal voto, a sparigliare il mazzo, ci sono state anche le dimissioni di Patrizia Mancini, accompagnate da parole al vetriolo: proprio l’ex assessore all’istruzione correrà da sola nelle ormai imminenti Amministrative, a cavallo della lista ‘Possibile’.
Incamerata la vittoria il Primo cittadino non ha mancato di ringraziare gli alti candidati per “la correttezza con cui hanno affrontato la sfida”. Gabbarini ha poi ringraziato i cittadini “per la mobilitazione popolare” che ha accompagnato la contesa. “Il risultato – ha dichiarato raggiante – conferma il buon lavoro all’interno della giunta e della maggioranza, che punteremo a confermare e ad allargare. Lo faremo senza alcun timore, perchè queste Primarie hanno confermato che il Partito Democratico, le liste civiche e le forze della sinistra sono in grado di mobilitare migliaia di persone. A questo punto – ha concluso – metteremo in piedi un buon programma, propedeutico alle alleanze e alle liste elettorali, condizione primaria per vincere le elezioni, traguardo che sentiamo ampiamente alla nostra portata”.
Daniel Lestini