QUANDO LO STOMACO E’ IN FIAMME…
Si sa che la digestione è un processo essenziale per la vita degli individui, perché è attraverso di essa che il cibo ingerito viene trasformato e ridotto in sostanze più semplici e quindi più facilmente assorbibili e assimilabili, diventando così energia necessaria per il nostro organismo. I principali attori di questa funzione sono i succhi gastrici, la cui caratteristica principale è l’elevata acidità.
In condizioni normali il contenuto acido dello stomaco rimane confinato in quest’organo, le cui pareti sono adeguatamente protette, e svolge la sua funzione digestiva in maniera discreta ed efficiente. A volte però, un regime alimentare squilibrato, l’utilizzo di farmaci (es. antinfiammatori), una vita troppo frenetica, l’assunzione di alcool o l’infezione da Helicobacter pylori, possono provocare quella fastidiosa e dolorosa sensazione di bruciore soprattutto dopo i pasti.
Il bruciore di stomaco è l’espressione con cui la maggior parte delle persone indica il sintomo più tipico del reflusso gastro-esofageo, una condizione clinica dovuta al reflusso di contenuto gastrico acido nell’esofago. Ma si può manifestare anche con rigurgiti acidi che portano bruciore in gola e dolore al livello toracico (non di rado molto simile al dolore di origine cardiaca). Questa eccessiva acidità, può essere avvertita al livello della bocca dello stomaco, con sensazioni di bruciore, crampi, gonfiore, nausea e pesantezza.
Il reflusso gastro-esofageo rappresenta nella generalità dei casi il fenomeno fisiologico che si verifica in molti soggetti normali, soprattutto in particolari occasioni, ad esempio dopo aver mangiato alcuni tipi di cibo, o dopo un pasto abbondante o quando ci si sdraia subito dopo aver mangiato. Molto spesso il reflusso è di modesta entità, asintomatico e non ha alcuna rilevanza dal punto di vista clinico. Quando gli episodi diventano frequenti e diventano sintomatici si parla di malattia da reflusso gastro-esofageo (anche nota come MRGE).
Negli ultimi decenni, il numero di persone colpite da questo disturbo è aumentato, soprattutto perché è cambiato il modo di mangiare e di vivere. Il reflusso colpisce circa una persona su tre, al punto da essere definita da alcuni “la malattia del terzo millennio”. Ci sono persone che ne soffrono ogni tanto e persone che ne soffrono quasi tutti i giorni. La maggior parte delle persone ne soffre senza saperlo o pensa di soffrire di un altro disturbo.
Lo si può gestire con semplici regole che possono essere di grande utilità nella gestione quotidiana del reflusso gastro-esofageo: tenere sotto controllo lo stress e il nervosismo; fare pasti frequenti e meno abbondanti stando attenti a masticare lentamente e cercando di avere orari regolari; evitare gli alimenti grassi e speziati, le bevande gasate, le conserve e gli insaccati, la caffeina, la menta, l’alcool e il fumo; usare tecniche di cottura leggera come il forno, la griglia o il vapore; non allontanarsi troppo dal peso forma e fare esercizio fisico regolare (non subito dopo i pasti); evitare indumenti troppo stretti in vita e limitare le attività dove sei costretto a piegarti subito dopo aver mangiato; evitare di andare a dormire subito dopo il pasto e tenere la testiera del letto più rialzata di 10-15 cm durante il sonno.
Infine, se il problema dovesse persistere, è sempre meglio rivolgersi al proprio medico di fiducia.
Risponde la nutrizionista
Salve dott.ssa volevo sapere se esistono dei “sintomi atipici” di Malattia da Reflusso gastro-esofageo. Grazie, Anna
Grazie a te Anna, ve ne sono numerosi e possono riguardare l’apparato respiratorio (tosse cronica, asma, raucedine, laringite cronica), i denti (perdita dello smalto) l’orecchio (otalgia), l’apparato circolatorio (aritmie cardiache), la bocca (cattivo sapore, alito pesante).Ciao Giulia, sono Stefano e ho l’abitudine di mangiare molto di fretta.
E’ vero che questo può aumentare il rischio di reflusso gastro-esofageo?
Salve Stefano, secondo una teoria, mangiando in fretta, la quantità di cibo nell’esofago aumenta in modo repentino, facendo pressione sulla base dell’esofago. Questo provoca un rilassamento più frequente dello sfintere (valvola) fra l’esofago e lo stomaco, che aumenta la quantità di reflusso gastro-esofageo.