Duccio Macale responsabile Risk Management

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Duccio Macale responsabile Risk Management

Dal settore commerciale al Risk Management, da Francesca Mastrostefano a Duccio Macale. L’intervista del mese è stata una vera impresa! Ci siamo addentrate, uscendone senza dubbio arricchite, in un settore molto complesso, quello del Risk Management, ovvero l’insieme di attività, metodologie e risorse coordinate per valutare i rischi nei quali incorre la banca nello svolgimento della sua impresa. Una funzione delicata, che il responsabile Duccio Macale svolge insieme al suo team con grande professionalità, precisione e soprattutto con estrema riservatezza.
Come è iniziata la tua esperienza professionale in questo settore?
Da questo punto di vista posso ritenermi una persona fortunata perché volevo fare questo lavoro fin dai tempi dell’università. All’epoca, quando mio padre mi chiese a quale facoltà volessi iscrivermi, (lui mi voleva avvocato), io sapevo già di voler lavorare in banca, perciò scelsi la facoltà di Economia e Commercio a Roma, e dopo la laurea decisi di specializzarmi con un master proprio in Risk Management a Milano. L’unica mia scelta forse un pò bizzarra fu decidere di tornare a casa dopo il Master per ragioni di cuore. Non mi pento di questo, tuttavia bisogna ammettere che Milano è una città molto stimolante al punto di vista professionale. Nel 1999 fui assunto in Banca Popolare del Lazio, lavorando per un anno in filiale, e nel 2000 fui chiamato dalla Direzione per strutturare proprio l’ufficio di Risk Management.
Di cosa ti occupi attualmente?
Il settore di cui mi occupo come ho già detto, si chiama appunto Risk Management, che letteralmente significa “Gestione del Rischio”. In concreto, una volta che viene ideato e realizzato un piano di sviluppo commerciale, la mia funzione e quella del mio team, è ipotizzare eventuali scenari di rischio in cui la banca potrebbe incorrere, nel raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal Consiglio di Amministrazione. Il nostro compito è quello di controllare se un’operazione, per esempio di concessione di credito, abbia tutte le carte in regola, per non esporre l’azienda ad eventuali rischi. Per quanto riguarda la nostra funzione, uno dei nostri compiti è redigere un documento tecnico, il cosiddetto Raf (Risk Appetite Framework), in cui si analizza la propensione di rischio per la banca e sottoporlo all’approvazione del Consiglio di Amministrazione, per poi realizzare un processo di escalation, ovvero stabilire dei limiti entro i quali il rischio si deve muovere.
Con chi si relaziona il tuo ufficio?
Il mio ufficio si relaziona soprattutto con le altre due funzioni di controllo: l’Internal Auditing e il Compliance (funzione di conformità), ma il nostro lavoro è strettamente legato a supportare le decisioni aziendali, affinchè gli organi esecutivi possano avere maggior sicurezza nell’attuazione delle strategie delineate. Questa nostra attività è definita di “staff”, in quanto finalizzata a coadiuvare le delibere del Consiglio di Amministrazione e le attività del Direttore Generale. All’interno di queste attività, sono collocate tre funzioni di controllo: Risk Management, di cui sono responsabile, Internal Auditing e la Compliance. Queste tre attività, secondo le direttive di Banca d’Italia, devono rispondere direttamente all’organo amministrativo; pertanto il loro compito è quello di garantire che le attività dell’esecutivo possano essere svolte secondo le direttive stabilite. Per esempio, se si decide di voler concedere mutui prima casa solo a privati e non alle imprese, la funzione del Risk Management è quella di verificare che questo “dictat” venga rispettato e messo in atto dagli organi esecutivi.
Una caratteristica fondamentale del tuo lavoro?
Senza dubbio la riservatezza. Una funzione di controllo diviene efficace quando i presidi creati risultano garanti nel prevenire/gestire i rischi cui la banca è esposta; paradossalmente, il Risk Management dovrebbe interagire il meno possibile con gli organi esecutivi, certificando che l’operatività della struttura sia sempre svolta nell’ambito dei profili di rischio definiti dal Consiglio di Amministrazione.
Una giornata tipo del tuo team?
Nel mio ufficio siamo in tre, tutti uomini. La nostra giornata “tipo” può definirsi tale solo per le prime due o tre ore, quando svolgiamo una serie di monitoraggi gestionali. Questa è la routine, ma la seconda parte, quella più interessante, è quando si entra nel vivo del nostro lavoro che è in continuo sviluppo e cambiamento. La giornata può diventare stressante quando un rischio viene superato e quindi bisogna gestirlo. Il nostro ufficio svolge una funzione di controllo, ragion per cui è indispensabile che non resti mai scoperto.

Ufficio stampa Blink

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