Mercoledì 7 ottobre, presso il teatro Aurora a Velletri, la libreria Mondadori Bookstore di Velletri, ha organizzato con successo la presentazione del libro “ Cuore di Rondine” edito dalla Longanesi. Alla presentazione, moderata dal giornalista della Rai, Ezio Tamilia, era presente anche l’autore del libro, il comandante Alfa. La decisione che lascia subito trasparire il forte senso di umanità e solidarietà del comandante, è stata quella di devolvere completamente i proventi ottenuti dalla vendita del libro ai figli di quegli appartenenti alle forze speciali che sono caduti nell’adempimento della loro missione. Cio’ che emerge dalla narrazione è appunto la grande umanità dell’uomo, il tono della voce e le sue parole emanano una serenità interiore che riesce a trasmettere all’uditorio, mai come in questo caso ragione e sentimento, passione e solidarietà umana sono ben rappresentati. “Quando ero bambino mio nonno mi raccontò una leggenda, narrava che se avessi ucciso una rondine con una fionda e successivamente ne avessi mangiato il cuore, sarei diventato un uomo estremamente forte e coraggioso. Un giorno ci riuscii, uccisi una rondine e ne mangiai il cuore. Non vidi da subito evidenti cambiamenti, ma la rondine mi ha insegnato lo spirito di sacrificio, l’attesa, la pazienza. Ed è proprio questo messaggio che voglio trasmettere ai giovani con il mio libro: non abbandonate mai le vostre ambizioni, sacrificatevi il più possibile per raggiungere i vostri obiettivi”. Parole che esprimono nobili valori e sentimenti: umanità, spirito di sacrificio, coraggio ma anche paura ed abnegazione. Sono le pagine della autobiografia che ripercorre le memorie della carriera del Comandante Alfa. Era il 1977 quando il giovane carabiniere paracadutista la cui identità viene tenuta rigorosamente celata, venne prescelto insieme ad altri quattro commilitoni per formare un nuovo reparto di èlite dell’Arma dei Carabinieri: il Gruppo di Intervento Speciale, i GIS. Giunto quasi al termine della carriera, il comandante Alfa, questo è il nome con il quale viene identificato nel gruppo, ripercorre per noi la storia della famosa unità di forze speciali predisposta per ogni tipo di azione a protezione dei cittadini sia nel teatro italiano che internazionale. Innanzi tutto demolisce lo stereotipo che avvolge gli appartenenti al GIS, egli infatti afferma: “ al contrario di quello che si dice i GIS non sono degli esaltati ma è l’equilibrio mentale che gioca alla base del loro lavoro. Siamo una squadra coesa dove non esiste un protagonista, non sono ammessi colpi di testa od atti eroici fini a se stessi, cerchiamo di evitare la violenza per quanto è possibile, quando il suo utilizzo diventa però inevitabile per noi rappresenta quasi una sconfitta. L’ operazione si definisce riuscita in pieno non solo quando si raggiunge l’obiettivo prefissato ma anche in assenza di vittime, sia da una parte che dall’altra, un nostro mantra è sparare il meno possibile”. Nel libro, l’uomo racconta alcune tra le più rilevanti esperienze vissute con i GIS. La liberazione di Patrizia Tacchella, una bambina di otto anni figlia del proprietario di una allora notissima casa produttrice di jeans che nel 1990 venne rapita a Verona e tenuta prigioniera per 68 giorni o l’intervento nel supercarcere di Trani dove i detenuti in rivolta tenevano in ostaggio 18 guardie carcerarie. Appare emozionato il Comandante Alfa, quando dedica il libro e forse anche la sua vita ai valori ed ai sentimenti che lo hanno sempre ispirato: il coraggio, la fiducia e quel senso di protezione e di amore che esprime la famiglia. L’amore verso la moglie, il timore di essere risultato un padre troppo assente per i figli ed aver sottratto loro ed a se stesso tempo e gioie, l’affetto verso la madre e il ritornare quasi bambino nel confessare di averle tenuto nascosto fino alla lettura del libro, la vera essenza e la pericolosità del lavoro di quel “figlio invisibile” per non farla preoccupare.
Giulia Ognibene