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Omnia vincit amor

Le prime unioni civili in Italia: Torino, Milano, Bologna
L’Amore vince su tutto. Non può che venirci in mente questa massima, coniata dal celebre poeta Publio Virgilio Marone secoli orsono, mentre assistiamo al coronamento del sogno d’amore di tante coppie omosessuali italiane, che finalmente vedranno riconosciuta la propria unione al livello giuridico, magari dopo anni di convivenza felice.

IL CONTENUTO DELLA LEGGE
Le differenze con il matrimonio ci sono, infatti questo è solo un primo passo verso la completa parità dei diritti. La legge Cirinnà ha introdotto l’obbligo di assistenza morale e materiale, il reciproco impegno nel contribuire ai bisogni comuni, la reversibilità della pensione e il diritto di eredità, lasciando indietro per il momento l’obbligo di fedeltà (che è invece previsto nel matrimonio tradizionale) e la tanto contestata stepchild adoption (adozione del figlio del partner). Nonostante ciò, la comunità arcobaleno può festeggiare e gioire per aver ottenuto finalmente quei diritti che da tempo gli erano preclusi, e che in altri paesi non occidentali purtroppo sono ancora un sogno. La legge sulle Unioni Civili, approvata dal Parlamento il 20 maggio 2016, è entrata ufficialmente in vigore il 5 giugno e il 23 luglio è stato firmato il decreto attuativo. Da questa data in poi è stato un susseguirsi di coppie dello stesso sesso che prima si sono iscritte al registro e poi hanno celebrato ufficialmente la propria unione in Comune.
LE LORO STORIE
Il 27 luglio a Milano è stata celebrata la prima unione civile straordinaria. Non era ancora pronto il registro previsto dalla Cirinnà, ma non c’era più tempo. Infatti l’unione da celebrare era quella tra Margherita, una donna malata di cancro allo stadio terminale, e la sua compagna, con cui aveva una relazione da più di vent’anni. Margherita non poteva più aspettare e, facendo uno strappo alla regola, il suo desiderio è stato esaudito. Quattro giorni dopo, purtroppo, il suo cuore ha cessato di battere. Lo stesso giorno, il primo di agosto, un’altra coppia, a Reggio Emilia, realizzava il suo sogno d’amore; due uomini, Marco e Piergiorgio, insieme da 37 anni, hanno celebrato ufficialmente la propria unione, e il giorno prima, in Piemonte, un’altra coppia di donne, Alice e Lilan, trent’anni entrambe, veniva festeggiata da amici e parenti. E poi Elena e Deborah in provincia di Bologna, Marco e Fabrizio a Forlì, Giuseppe e Stefano a Grosseto, Michele e Claudio nei pressi di Imperia, Riccardo e la giovane donna transessuale Nitta, Serena e Antonella a Terni, Cristina ed Elena a Milano, Carlo e Claudio a Palermo, Antonello e Danilo a Napoli … sono sempre di più le coppie che escono allo scoperto e celebrano ufficialmente il proprio amore, senza la paura del giudizio degli altri, hanno nomi e storie diverse, eppure sono tutti accomunati dallo stesso sogno: amarsi alla luce del sole.
IL CASO DI TORINO
Una storia particolarmente bella, che vale la pena raccontare per intero, è quella che ha visto protagonisti due anziani innamorati di Torino. Franco e Gianni, 83 anni l’uno e 79 anni l’altro, dopo aver aspettato questo giorno per una vita intera, si sono detti «Sì» sabato 6 agosto, a Torino. I due uomini si erano conosciuti nel lontano 1964, quando l’omosessualità era un tabù, e vivevano insieme da cinquant’anni. La cerimonia è stata celebrata dalla neo Sindaca di Torino Chiara Appendino, che per accelerare i tempi ha adottato una procedura d’urgenza. «Speriamo che questa testimonianza di amore sia un augurio a nuove generazione, a chi lotta per i diritti. Da domani la nostra vita riprende e sarà uguale a ieri, con la differenza che adesso il nostro amore è riconosciuto da tutti. Abbiamo atteso tanto, troppo, ma ora siamo felici». Queste sono state le dichiarazioni che Franco e Giovanni hanno rilasciato a La Stampa di Torino.
CHI NEGA I DIRITTI
Ma in un panorama così bello di tolleranza e gioia, c’è ancora chi, per le proprie convinzioni religiose o politiche, si ostina a negare diritti riconosciuti dalla legge. Stiamo parlando di un partito italiano, la Lega Nord, che nella persona del suo Segretario Matteo Salvini, ha esortato i suoi Sindaci a disobbedire e a non celebrare le unioni civili tra coppie dello stesso sesso, dunque a negare a queste persone il diritto di essere riconosciuti dalla legge e dallo Stato italiano come una coppia.

Betty Mammucari

 

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