La metafora cantautoriale di Tonia Cestari
Grazie ad un amica in comune, Paola Mattucci, donna di cultura e femmina del sud, conosco di persona, nel bel mezzo del festival di Sanremo, Tonia Cestari. Classe 90, casertana, laureatasi al Dams di Salerno, Tonia suona la chitarra e scrive canzoni dall’età di 16 anni. La scuola è stata il primo palcoscenico e le prime soddisfazioni. Partecipa ad un progetto il cui scopo è la realizzazione dell’album “I nuovi mille” del rapper Lucariello (Sugar). Diventa così co-autrice del brano “Terra Cavera”, di cui firma bridge e ritornello. A Giugno del 2012 fonda la band provvisoria “The Rivers” formata da 7 musicisti di diverse nazionalità. L’anno dopo il suo progetto prende forma con altri musicisti e partecipa a diversi contest musicali, festival ed eventi culturali tra cui il workshop “Costruire” di Niccolò Fabi. Nell’Ottobre del 2014 è tra le finaliste della X edizione del Premio Bianca d’Aponte di Aversa con il brano “Capate nel Muro”, il suo primo singolo. Proprio questo brano insieme ad altri scritti dalla ventiseienne, fanno parte di un live realizzato a Casa Sanremo, dove si esibisce con i musicisti: Ilaria Venuto, Rossella Scialla ed Eugenio Fiorillo. La sua musica è indiscutibilmente originale. Mischia con ottimi risultati, ed è già una dote, alcune velate indicazioni della sua terra di origine con il sapore unico “rubato” a cantautori raffinati. L’ironia è il leitmotiv di cui la sua cifra stilistica è permeata e alcuni titoli dei suo pezzi lo dichiarano apertamente. Il secondo pubblicato infatti si chiama “Vuoimi bene” ed è disponibile su tutti gli store digitali. Non vi resta, come sempre, di ascoltare per credere. Provate su: www.toniacestari.it e www.facebook.com/toniacestariofficialpage.