I sogni di Luisa, la signora dei “Baci”
L’incredibile storia di Luisa Spagnoli, l’imprenditrice che ha regalato all’Italia “baci” al cioccolato e “carezze” d’angora
Cosa unisce un coniglio d’angora, un cioccolatino famoso in tutto il mondo, un manifesto degli anni 20, un abito di grande sartoria e una fabbrica di cioccolato. Pochi sanno che dietro a tutto questo c’è una donna Luisa Spagnoli, una delle fondatrici dell’industria moderna in Italia. È stata Luisa a inventare il “Bacio” e a fondare la Perugina, la più grande fabbrica di cioccolato d’Italia, sempre lei ad allevare quei conigli d’angora grazie ai quali il figlio Mario farà nascere la casa di moda Luisa Spagnoli, una delle firme più grandi del made in Italy. Ma quella di Luisa Spagnoli non è soltanto la storia di una grande imprenditrice, ma soprattutto di una donna innamorata, passionale e temeraria a tal punto da non temere il peso delle malelingue quando, nell’Italia fascista, diventa l’amante di un uomo più giovane di lei di quattordici anni, il giovane Giovanni Buitoni, con il quale intreccia un sodalizio d’affari e di cuore. Lavoratrice instancabile e tenace, sempre attenta alle esigenze dei suoi lavoratori e soprattutto delle operaie, Luisa Spagnoli resta senza ombra di dubbio un esempio per tutte le donne di ogni epoca.
I primi passi da imprenditrice e la nascita della Perugina
Luisa Sargentini nacque il 30 ottobre del 1877 a Perugia, in una umile famiglia. Suo padre, era un semplice pescivendolo, e sua madre Maria una casalinga. La giovane Luisa si sposò a 21 anni con Annibale Spagnoli, che era un musicista, ma il suo spirito imprenditoriale la condusse a prendere in mano le redini di una vecchia confetteria dismessa. Con l’aiuto del marito iniziò a produrre cioccolato e dolciumi, e con zelo e determinazione riuscì ad imporsi nella realtà locale grazie alle sue creazioni. I suoi prodotti furono subito molto apprezzati, sia per lo spirito creativo della giovane donna, sia per l’elevata qualità delle materie prime. Nel 1907 la storia di Luisa Spagnoli arrivò ad una punto di svolta: la donna riuscì a chiudere un accordo con gli industriali Buitoni per aprire un’azienda di piccole dimensioni, con una quindicina di dipendenti, nel centro storico della città di Perugia. Nacque così la Perugina, che in poco tempo diventò una realtà vivace con più di cento dipendenti al suo interno. Il primo prodotto di cioccolateria fu la tavoletta “Luisa”, che prese proprio il nome dalla Spagnoli e che tuttora rimane uno dei prodotti di punta dell’azienda. Nel 1923 Annibale e Luisa si separarono, lui lasciò la Perugina e la moglie rimase nel consiglio di amministrazione. In quello stesso anno Luisa iniziò una relazione con Giovanni Buitoni, figlio di Francesco Buitoni.
Luisa e Giovanni, dal “Cazzotto” al “Bacio”
Nel 1910, quando iniziarono a lavorare insieme, Luisa aveva 33 anni e lui 18, lei era già sposta con tre figli, lui era un giovane avvocato, erede della famiglia Buitoni. In un primo momento ad unirli fu il lavoro poi, con il passare del tempo, fu la passione ad avere la meglio. Così Luisa e Giovanni diventarono amanti. Certo, in epoca fascista e soprattutto in una realtà allora di provincia come Perugia, nessuna famiglia nobile, né tantomeno borghese, vide di buon occhio questa relazione. Ma Luisa era una donna forte e caparbia e non aveva né tempo né voglia di stare dietro alle malelingue. Le sue giornate si svolgevano per la maggior parte del tempo in laboratorio, dove creava le sue ricette. Era dotata di uno talento speciale e di un palato delicato, per questo le sue creazioni erano più frutto dell’istinto e del suo gusto impeccabile che della tecnica. Fu proprio nel periodo più intenso della sua relazione con Giovanni, intorno al 1922, che Luisa Spagnoli inventò il “Cazzotto”, il celebre cioccolatino con la nocciola intera, che è diventato poi uno dei prodotti di punta dell’azienda umbra assieme alle caramelle “Rossana”. La Spagnoli stava cercando un modo per recuperare gli scarti di lavorazione degli altri prodotti e creò questo cioccolatino con all’interno cioccolato gianduia, granella di nocciole e una nocciola intera all’interno, il tutto ricoperto di cioccolato fondente Luisa. La forma era un po’ strana e inizialmente fu chiamato “Cazzotto” perché ricordava la nocca di una mano: fu Giovanni Buitoni a dargli il nome più romantico di “bacio”. Pare che l’idea dei bigliettini inseriti nell’incarto, su cui si stampano ancora oggi frasi amorose o aforismi in tema, derivasse dai bigliettini che Luisa e Giovanni si scambiavano inserendoli nell’incarto dei cioccolatini, per comunicare in segreto.
Un’imprenditrice dalla parte degli operai e soprattutto delle operaie
Ciò che sicuramente la contraddistinse nel suo lavoro fu la grande dedizione alla tutela degli operai della sua fabbrica. Durante la Grande Guerra gli operai vennero chiamati alle armi e Luisa si trovò a dirigere la fabbrica da sola. Le leggi nazionali avevano limitato l’uso dei dolciumi perché superflui, e Luisa allora decise di riconvertire i macchinari destinati a confetti e caramelle per la produzione del cioccolato che era entrato a far parte della razione giornaliera delle truppe. Fu l’unica azienda alimentare italiana a prosperare negli anni di guerra moltiplicando il fatturato. La grande lungimiranza di Luisa fu quella di sostituire il personale maschile, partito per la guerra, con le donne. In breve tempo la fabbrica si riempì quasi esclusivamente di donne che erano in grado di ricoprire quasi tutte le mansioni dei colleghi uomini; è di allora il grande lavoro che Luisa svolse per la tutela delle lavoratrici: le operaie potevano andare a lavoro con i propri figli e per le neo mamme vennero allestite vere e proprie sale di allattamento che potevano ospitare anche i loro piccoli.
Dai cioccolatini ai conigli d’angora: la nascita della casa di moda Luisa Spagnoli
Dopo l’esperienza con l’industria dolciaria, Luisa Spagnoli si dedicò all’allevamento di polli e di conigli d’angora. La Spagnoli inventò una tecnica particolare per la quale non era necessario uccidere né tosare i conigli, ma si poteva ottenere il pelo semplicemente pettinandoli. Nel 1928 fondò l’azienda Angora Spagnoli, nel borgo Santa Lucia, vicino a Perugia, dove cominciò a produrre scialli e capi in maglieria. Il successo fu tale che ben ottomila allevatori spedirono il pelo ottenuto da circa 250mila conigli a Perugia via posta, in modo che potesse essere trattato e utilizzato. Fu il figlio di Luisa Spagnoli, Mario Spagnoli, a trasformare l’attività della madre in una vera e propria industria d’abbigliamento. Purtroppo la grande intraprendenza, la creativa unicità di Luisa dovettero arrestarsi a causa di una improvvisa malattia che non le consentì di vedere gli sviluppi della nuova attività. Luisa Spagnoli morì il 21 settembre 1935, all’età di 58 anni, a causa di un tumore alla gola che l’aveva indotta a spostarsi a Parigi, per ricevere le cure migliori possibili, sempre assistita dal suo amato Giovanni.
Maria Rita Cappucci