Il testo è composto da 19 articoli riuniti in due titoli: il primo si occupa del riconoscimento del legame delle coppie omosessuali, il secondo disciplina la convivenza di fatto, anche tra le coppie etero
Ideare delle riforme e attuarle è senza dubbio un procedimento molto difficile che comporta mille ostacoli. Ma quando si stratta di diritti civili, di famiglia, di figli, matrimonio e unioni di fatto, la discussione si fa ancora più complicata e quasi inestricabile. Proprio per questa motivo il ddl Cirinnà sulle unioni civili, presentato in senato lo scorso 14 ottobre, ha già destato polemiche, dibattiti e divisioni in seno sia alla maggioranza che all’opposizione. Il ddl, il cosiddetto “Cirinnà bis”, ripropone il testo base adottato dalla commissione Giustizia al Senato nello scorso marzo. Il secondo testo è molto simile al primo, tuttavia, il Cirinnà bis recepisce alcune modifiche suggerite dalle audizioni dei costituzionalisti e dal lavoro di elaborazione degli ultimi mesi, tra veti e paletti posti dai centristi cattolici: un modo per aggirare l’opposizione di alcuni senatori in commissione, dove il vecchio ddl era bloccato da mesi tra ostruzionismi e resistenze. Nel nuovo testo non vi è comunque nessuna apertura al matrimonio egualitario. Con la sua approvazione, le coppie composte da persone dello stesso sesso, qualificate come “specifiche formazioni sociali”, potranno usufruire di un nuovo istituto giuridico di diritto pubblico denominato ‘unione civile’. Il testo del disegno di legge Cirinnà, ora sotto i riflettori, è composto da 19 articoli, riuniti in due titoli: il primo si occupa dei legami tra due soggetti dello stesso sesso, il secondo disciplina la convivenza. Ecco i punti salienti del ddl.
Unioni civili tra persone dello stesso sesso
Partiamo dal primo capitolo che all’articolo 1 che introduce nell’ordinamento italiano l’istituto dell’unione civile tra persone dello stesso sesso «quale specifica formazione sociale, ai sensi dell’articolo 2 della Costituzione». Il testo ripropone in sostanza un emendamento già approvato in commissione Giustizia e ribadisce quindi la netta separazione semantica tra le “nuove” unioni e il matrimonio “tradizionale”, secondo le richieste di diversi cattolici del Pd: cancella ogni riferimento al matrimonio e di conseguenza qualsiasi riferimento all’articolo 29 della Costituzione. La nuova legge introdurrà di fatto un nuovo istituto di diritto di famiglia, distinto dal matrimonio ma a esso equivalente. All’articolo 2 sempre del primo capitolo, si prevedono la costituzione dell’unione civile davanti all’ufficiale dello stato civile, la possibilità di scegliere un «cognome comune» e si dice che la registrazione dell’unione stessa può avvenire fra gli altri atti dello stato civile: non sarà quindi istituito uno speciale registro. Gli articoli 3 e 4 estendono alle unioni civili tutti i diritti e i doveri del matrimonio, compresi quelli che hanno a che fare con i rapporti patrimoniali: la reversibilità delle pensioni, gli sgravi fiscali, i permessi di lavoro per motivi di famiglia e così via.
Adozioni: le polemiche legate allo “step child adoption”
L’articolo 5 rappresenta il principale motivo di opposizione all’interno della maggioranza di governo, cioè tra PD e NCD. Nell’articolo 5 si parla di step child adoption, cioè la possibilità di adottare il figlio o la figlia del proprio coniuge. Viene esclusa quindi l’applicabilità dell’istituto dell’adozione legittimante: per le coppie dello stesso sesso unite civilmente non sarà possibile, quindi, adottare bambini che non siano già figli di uno dei o delle componenti della coppia.
Convivenza di fatto
Il capitolo II del ddl si occupa di convivenza di fatto, sia eterosessuale che omosessuale, e recepisce nell’ordinamento legislativo «le evoluzioni giurisprudenziali già consolidate nell’ambito dei diritti e dei doveri delle coppie conviventi». La convivenza di fatto viene riconosciuta alla coppie di maggiorenni che vivono insieme e che non hanno contratto matrimonio o unione civile. I conviventi hanno gli stessi diritti dei coniugi in caso di malattia, di carcere o di morte di uno dei due coniugi. Nel disegno di legge sono tra l’altro riconosciuti alla coppia i diritti di assistenza sanitaria, carceraria, unione o separazione dei beni, subentro nel contratto d’affitto, reversibilità della pensione e i doveri previsti per le coppie sposate. Il ddl Cirinnà bis, elimina inoltre qualsiasi riferimento formale agli articoli del codice civile sulla parità dei diritti tra matrimoni e diritti civili
Cosa sono le unioni civili?
Si definiscono unioni civili quelle forme di convivenza, riconosciute dall’ordinamento giuridico, fra due persone, legate da vincoli affettivi ed economici non vincolate dal matrimonio o impossibilitate a contrarlo. La tipologia delle unioni civili è varia: in particolare, può riguardare sia le coppie di sesso diverso (eterosessuali) sia le coppie dello stesso sesso (omosessuali) ed è disciplinata, ad oggi, da un gran numero di provvedimenti legislativi.
Chi è Monica Cirinnà?
(Roma, 15 febbraio 1963) è una senatrice italiana del Partito Democratico. È sposata con Esterino Montino,senatore dal 2001 al 2008. Nel dicembre 1993 viene eletta in consiglio comunale a Roma per la Federazione dei Verdi a sostegno di Francesco Rutelli.Viene poi rieletta altre tre volte con i Verdi (1997, 2001, 2006) e infine nel 2008 per il Partito Democratico. Nel dicembre 2012 si è candidata alle primarie per la scelta dei candidati parlamentari del PD in vista delle elezioni del 2013, risultando l’ottava classificata a Roma città, e venendo quindi poi, nel febbraio 2013, eletta al Senato della Repubblica. Il suo nome è legato al disegno di legge e alla battaglia per il riconoscimento anche in Italia delle unioni civili tra persone dello stesso sesso.
Maria Rita Cappucci