Si conceda l’onore delle armi a Ignazio Marino

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Si conceda l’onore delle armi a Ignazio Marino

La parabola politica di un uomo onesto… un po’ maldestro

Un articolo di Mario Sechi sul Foglio mette in evidenza la solitudine di Ignazio Marino, sindaco di Roma dimissionario, e ricorda ai lettori del giornale fondato da Giuliano Ferrara, che il chirurgo prestato alla politica fu un’idea di Goffredo Bettini regista del famoso “Progetto Roma” che vide prima Rutelli e poi Veltroni ricoprire la blasonata carica di Sindaco di Roma. Interpretazione partigiana che getta lo sguardo nella confusa dinamica romana che con le dimissioni di Marino indica, definitivamente, la misura colma di un sistema che appartiene alla storia… anzi ancora per un po’ alla cronaca, soprattutto quella giudiziaria. Ignazio Mario è persona per bene, frase fino troppo abusata per chi questo status non lo detiene come l’ex Sindaco di Roma, semmai non adeguato a svolgere un compito complesso che richiede doti di autorevolezza e mediazione dalle quali non potrà prescindere il prossimo inquilino del Campidoglio. Le ricostruzioni giornalistiche pullulano di complotti, scenari, interferenze di “Oltre Tevere”, nulla di nuovo di quello che sempre è stato il panorama politico romano. Invidie, dispetti e malaffare che hanno condizionato pesantemente la vita dei cittadini romani e dei milioni di ospiti siano essi turisti, studenti o lavoratori pendolari. Semmai Marino ha tentato di arginare la corruzione, non è bastato per garantirsi la continuità del mandato e l’eventuale rielezione alla quale aveva più volte guardato. Un po’ di sfortuna, e tanta negligenza hanno trasformato quella che poteva essere una battaglia vincente in una storia misera che alla fine capitola su uno scontrino fiscale e sulla lista dei commensali. Certo non è così ma nella percezione collettiva resterà questa macchia che la superficialità del tempo che viviamo porterà a mettere sullo stesso piano Marino e Alemanno, il primo ha tentato di risanare i danni fatti dal secondo che oggi piange miseria e dimentica di aver azzerato il merito e la democrazia negli anni in cui è stato sindaco. Ma tant’è, la memoria è breve e a Marino è toccato fare i conti con una realtà dura e capricciosa. La gente comune non comprende il senso di questa caotica vicenda ma fa i conti con i tanti disservizi che si registrano ogni giorno nella Città di Roma Capitale, molti reali ma tanti celebrati dalla stampa, dalla letteratura e anche dal cinema come se una Roma ferita facesse bene al nostro Paese. Comprendo poco ma mi adatto! In un tempo qualunque l’intera storia sarebbe stata derubricata dopo qualche settimana dagli onori delle prime pagine ma siamo a poche settimane dal Giubileo voluto da un papa che ha un gradimento universale al quale “basta una parola”… come sa bene proprio Marino. Milioni di persone visiteranno Roma, torneranno i pellegrini, quelli veri con bisaccia e bordone, la Misericordia richiama l’umiltà e Roma non può, né deve essere trattata male, ognuno dovrà fare la sua parte, innanzitutto un passo indietro. Marino lo ha fatto, almeno gli si conceda l’onore delle armi.

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