Anche la città di Velletri si tinge di rosa per il mese della prevenzione del tumore al seno
In occasione della terza giornata della prevenzione, svoltasi sabato 10 ottobre a villa Ginnetti, l’A.N.D.O.S ha ospitato l’associazione VulvodiniaPuntoInfoONLUS, che si occupa di una patologia ancora sconosciuta di cui soffre una donna su sette.
Un ottobre rosa speranzoso e generoso. Com’è tradizione, in 70 nazioni del mondo, dal 1992: l’anno in cui due americane, Alexandra Penney, scrittrice di successo e direttore di Self, mensile di salute e bellezza femminili, ed Evelyn Hausner Lauder, la tenace austriaca che, scappata prima dai nazisti e poi da un cancro alla mammella, inventarono il Pink Ribbon, simbolo internazionale della Breast Cancer Awareness. E cioè il mese dedicato alla prevenzione contro il tumore al seno. Un male che, dati alla mano, ogni anno colpisce una nostra connazionale su 8 nell’arco della vita (si ammalano 48 mila italiane ogni 12 mesi). Le notizie, però e per fortuna, non sono solo negative: in mezzo secolo la percentuale è migliorata, la sopravvivenza delle pazienti a 5 anni dalla diagnosi e le guarigioni sono raddoppiate in 20 anni. Tutto questo è merito della prevenzione e della ricerca scientifica. E, tornando al mese “rosa”, delle campagne internazionali di sensibilizzazione e raccolta fondi. A questo proposito, anche la città di Velletri come ogni anno si tinge di rosa a partire da una delle sue fontane più belle, quella di piazza Garibaldi, per onorare questo mese dedicato alla ricerca. A tal proposito l’associazione A.N.D.O.S. Velletri, ha organizzato sabato 10 ottobre presso la villa Ginnetti una giornata interamente dedicata alla prevenzione del tumore al senso e di altre patologie che riguardano l’universo femminile. Dalle 8.30 alle 17:00, prima all’interno della villa e poi nei locali dell’AVIS causa maltempo, le volontarie dell’A.N.D.O.S., insieme a medici e al personale sanitario specializzato, si sono messi a disposizione delle numerose pazienti intervenute per effettuare vari tipi di esami: dallo screening cardiologico e tiroideo, ai pup test, alle mammografie protagoniste assolute della giornata.
La Vulvodinia spiegata a Villa Ginnetti in occasione della giornata delle prevenzione
Una giornata all’insegna della prevenzione, molto proficua anche per l’approccio con un’altra patologia chiamata Vulvodinia o Sindrome VulvoVestibolare. Proprio questa patologia altamente invalidante, molto diffusa (ne soffrono una donna su sette ), e tuttavia non ancora riconosciuta dal Sistema Sanitario Nazionale Italiano, è stata ampiamente spigata dall’associazione VulvodiniaPuntoInfo ONLUS, ospite dell’A.N.D.O.S durante la giornata di prevenzione di sabato 10 ottobre. Nata come forum nel 2010 dalla volontà della fondatrice e presidente Elena Tione, una giovane donna colpita da questa patologia nel 2001, l’associazione romana, oggi ONLUS, si propone di far riconoscere la malattia, divulgare la corretta e completa informazione su di essa, offrendo sostegno e conforto alle donne e ai loro cari, e soprattutto incentivando la ricerca scientifica nonché la formazione dei professionisti della salute e della relazione di aiuto. VulvodiniaPuntoInfo ha avviato sin dall’inizio del 2013 il dialogo con il Ministero della Salute e dato vita a innumerevoli progetti. Collaborano con l’Associazione svariate figure professionali fra cui i massimi esperti di disfunzioni del Pavimento pelvico in Italia. Ma cos’è di preciso la vulvodinia e con che tipo di disturbi si presenta? Si tratta di una sindrome neuropatica che comporta intenso dolore e bruciore ai genitali esterni femminili. Colpisce una donna su sette a qualsiasi età, perfino bambine, e il ritardo diagnostico è in media di quattro anni.. Questa patologia interferisce con la qualità della vita della donna e della coppia. Per chiarire meglio ogni aspetto di questa patologia, le volontarie dell’ONLUS, oltre a rispondere a tutte le domande, hanno fornito materiale informativo, insieme alle indicazioni sui centri di cura e su tutte le analisi e i controlli necessari per individuare questa malattia e debellarla in breve tempo. Durante la giornata, l’associazione ha inoltre promosso una raccolta di firme per una petizione “#UnaFirmaPerLaVulvodinia” che sarà diretta alle Istituzioni per il riconoscimento della Vulvodinia come patologia dal Sistema Sanitario Nazionale. Chiunque fosse interessato a sostenere questa campagna di prevenzione e riconoscimento, può andare sul sito https://www.change.org/p/una-firma-per-la-vulvodinia e contribuire al lavoro svolto dalle volontarie dell’associazione.
Maria Rita Cappucci