Casa della Cultura

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Casa della Cultura

Mostra documentale e iconografica sulla Velletri postbellica

Era il 2 giugno 1946 quando l’Italia proclamò la prima Repubblica. Sono passati settantanni e la commemorazione è d’obbligo. Anche Velletri è in festa e ricorda degnamente quel giorno con una Mostra dedicata ai difficili anni della ricostruzione nella sede della nuova Casa della Cultura dell’ex convento della Madonna del Carmine appena restaurato. A promuovere l’iniziativa, l’Associazione “Memoria ‘900” presieduta dalla Prof.ssa Emanuela Treggiari con il patrocinio del Comune, il contributo dell’archivio storico, il Fondo Clelio Bianchi e l’archivio fotografico di Carlo Casentini. Numeroso il team di persone che hanno collaborato al progetto, tra cui l’ideatrice Antonietta Lucchetti che dai banchi di scuola della sua classe 2° B di Casale, ha raccolto pazientemente le tante microstorie dei bisnonni degli alunni per far sì, come dice il citato Vittorio Foa, che la gioventù ne conservi la memoria. A ribadire il concetto, la prof.ssa Anna Foa, docente di storia alla Sapienza, membro onorario dell’Associazione e ospite d’onore. A Massimo Fabi, curatore dei 28 pannelli della Mostra, il compito di una difficile analisi della situazione di Velletri distrutta nel cuore e nell’anima.
Alla fine delle ostilità, Velletri e l’Italia tutta era un cumulo di macerie, totalmente sconvolta nelle sue strutture politiche, economiche ed amministrative. Il problema della ricostruzione si presentava della massima gravità e urgenza. Da una parte la carenza delle infrastrutture come porti, strade, ponti, ferrovie danneggiate o distrutte e quindi nell’impossibilità di riattivare la produzione e gli scambi, dall’altra il lievitare sconsiderato dei prezzi al consumo dovuto alla tremenda inflazione della lira. Se pensiamo che un chilo di pane costava nel ‘40 due lire e nel ‘47 ben 73, mentre i salari si contraevano e la disoccupazione era dilagante, vengono i brividi. E come se tutto ciò non bastasse, c’era la grave carenza sanitaria, il proliferare delle malattie endemiche, la mancanza di medicinali, di ospedali, acqua, fognature, il putridume dei cadaveri umani e animali, le mine inesplose che continuavano ad uccidere (vedi i 10 bimbi di Colle Caldara), il rientro in massa degli sfollati e il forte flusso migratorio, finanche il problema dello smaltimento delle macerie. Un quadro devastante che chiaramente comportava pesanti dissidi all’interno delle forze politiche divise tra estremisti e moderati, quest’ultimi sostenuti dall’America che con il Piano Marshall dava un contributo sostanziale. Con il Governo Parri prima e poi con quello di Alcide De Gasperi si siglerà la pagina più bella: il suffragio universale e il referendum che dette vita alla nostra prima Repubblica.

Barbara Gazzabin

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