L’ipertensione arteriosa è una tra le malattie più diffuse nei paesi industrializzati. Questa condizione aumenta il rischio di essere colpito da patologie come ictus cerebrale, infarto, insufficienza renale.. Con il termine di ipertensione arteriosa si definisce un aumento anormale della pressione arteriosa.
La pressione arteriosa è l’energia con la quale il sangue circola nei vasi arteriosi, pompato con forza dal cuore, sulla parete delle arterie che distribuiscono il sangue stesso nell’organismo.
Quando ci si fa misurare la pressione si ottengono due numeri riferiti rispettivamente alla pressione sistolica (massima) e alla pressione diastolica (minima), misurate rispettivamente in corrispondenza del battito cardiaco, cioè quando il cuore pompa il sangue, e quando il cuore è a riposo tra due battiti successivi. Se trovate scritto 120/80 mmHg il numero 120 è Il numero più alto è quindi riferito alla pressione sistolica. Essa dipende dalla spinta impressa dal cuore al sangue e dalla elasticità dei vasi arteriosi: più questi sono rigidi e più la pressione sarà alta. I valori della pressione arteriosa variano con l’età, tendendo ad aumentare con il passare degli anni, e nel corso della giornata aumentando in caso di sollecitazioni fisiche ed emotive.
Negli Stati Uniti circa un adulto su tre è affetto da ipertensione. E’ difficile che l’ipertensione dia inizialmente dei disturbi: spesso ci si accorge di una pressione superiore alla norma dopo anni dalla sua insorgenza. A volte è possibile avere, soprattutto nelle forme che presentano subito valori molto elevati: cefalea, sensazione di testa pesante, ronzii alle orecchie, vertigini, perdita di sangue dal naso. Normalmente i disturbi provocati dall’ipertensione arteriosa sono legati ai danni indotti dalla stessa su alcuni organi che risultano particolarmente sensibili ad elevati valori di pressione arteriosa, soprattutto se questi valori sono mantenuti a lungo nel tempo: il cuore, il rene ed il cervello. A livello del cuore un’elevata pressione arteriosa può provocare alterazioni del ritmo cardiaco, dolori al petto (espressione di una condizione ischemica del cuore, cioè di un ridotto apporto di sangue rispetto ai bisogni), sino a giungere ad una condizione di insufficienza cardiaca (cioè di incapacità del cuore a far fronte al proprio ruolo di pompa nel sistema circolatorio) che inizialmente si manifesta con mancanza del respiro durante la notte, con necessità di mettersi seduti per respirare meglio, o durante lo sforzo, e con comparsa di gonfiori alle gambe. Sul rene l’ipertensione produce una progressiva riduzione della funzionalità renale con perdita di proteine nelle urine e riduzione della quantità delle urine. Un’ipertensione arteriosa elevata e mantenuta a lungo nel tempo può danneggiare irrimediabilmente i reni. I disturbi a carico del cervello sono legati a danni del circolo cerebrale e possono manifestarsi o con compromissioni acute e drammatiche di alcune aree del cervello (ictus) oppure con una lenta e graduale perdita di alcune funzioni quali la memoria, l’attenzione, l’orientamento nello spazio e nel tempo. Proprio per questo è fondamentale farsi misurare la pressione regolarmente, anche se ci si sente bene. Se la pressione è normale è possibile tenerla sotto controllo con il proprio medico, se invece è troppo alta è indispensabile una terapia per impedire che gli organi siano danneggiati.
In Italia, cresce il numero di bambini affetti da ipertensione, diabete di tipo 2, obesità, ipercolesterolemia e disturbi alimentari. Queste malattie, che generalmente insorgono durante l’età adulta, risultano sempre più diffuse tra la popolazione infantile. Lo comunica la Società italiana di pediatria (Sip), che ha condotto un’indagine sullo stato di salute dei più piccoli. L’analisi ha rilevato che, nella maggior parte dei casi, il colpevole è lo scorretto stile di vita dei bambini. Sempre più spesso, infatti, i ragazzini praticano poco esercizio fisico e seguono un regime alimentare ipercalorico, ricco di cibi grassi e troppo salati. La Sip ha scoperto, in particolare, che il 23% dei bambini di età compresa tra 8 e 9 anni è in sovrappeso, mentre l’11-12% risulta obeso. Inoltre, il 4% degli alunni delle elementari soffre di pressione alta.
I fattori di rischio per l’ipertensione che possono essere tenuti sotto controllo sono: sovrappeso e obesità, sedentarietà, fumo, eccesso di sale da cucina nella dieta, abuso di alcol, stress, alcune patologie croniche (es. diabete, ipercolesterolemia, patologie renali o apnee notturne) e anche la gravidanza alcune volte.
Per concludere si consiglia quindi un monitoraggio della pressione arteriosa a qualsiasi età e anche in assenza di sintomatologia.
Risponde la nutrizionista
Salve dott.ssa Gambassi, volevo sapere se può esserci un esame diagnostico per prevenire l’ipertensione arteriosa in quei soggetti che hanno una familiarità per le patologie cardiovascolari. La ringrazio, Giada.
Ciao Giada, il Centro Diagnostico italiano di Milano ha sviluppato un test sul DNA, in grado di rivelare il rischio di soffrire di pressione arteriosa troppo alta e quali farmaci contro l’ipertensione risultano più efficaci. Hanno individuato un numero di geni le cui varianti determinano un aumentato rischio di sviluppare ipertensione arteriosa e di altri geni, legati ai meccanismi fisiologici di regolazione pressoria, che possono indirizzare a una terapia mirata e personalizzata. Si tratta di una cura quindi più efficace, nei casi in cui l’ipertensione sia già presente.
In particolare questo nuovo strumento di diagnosi è indicato per i pazienti che hanno una storia familiare positiva per ipertensione arteriosa o patologie cardiovascolari, per persone con ipertensione arteriosa che non rispondono bene ai farmaci e soggetti con fattori di rischio cardiovascolare importanti come per es. obesità o diabete. Uno dei vantaggi di questo esame diagnostico è rappresentato proprio dalla sua modalità di esecuzione non invasiva.Ciao Giulia, sono Pier Carlo, ho sentito dire che per abbassare o prevenire l’ipertensione arteriosa ha un ruolo importante l’esercizio fisico. E’ vero?
Ciao Pier Carlo, mantenere un’attività fisica leggera ma regolare, come fare delle passeggiate, non può che aiutare a prevenire le malattie cardiovascolari. Il jogging, nuoto o ciclismo fanno diminuire del 35% la probabilità di sviluppare ipertensione arteriosa tra le persone che ne possono essere predisposte (ad esempio, perché qualcuno in famiglia ne soffre o perché sono obese). Questo effetto preventivo si manifesta indipendentemente dalla presenza o meno di altri fattori di rischio (fumo o iperlipidemia). Inoltre, è un dato che vale a qualsiasi età. Ovviamente l’esercizio fisico deve sempre essere accompagnato da una corretta alimentazione preferibilmente iposodica.