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Omicidio stradale

Il Premier ha firmato la legge in presenza dei familiari delle vittime della strada.
18 anni di carcere per chi provoca gravi incidenti stradali e l’inasprimento di altre sanzioni. Ecco cosa prevede l’omicidio stradale, diventato reato a tutti gli effetti dopo al fiducia del Senato

“Non pensate che i familiari delle vittime vivano questa legge come una vendetta, per molti di loro andare a raccogliere le firme è stato come rivivere quel momento. Però è un modo, seppur doloroso, per avere giustizia”. Così ha detto il Presidente del Consiglio Matteo Renzi in occasione della firma della legge sull’omicidio stradale, alla presenza di associazioni e familiari delle vittime di incidenti stradali, avvenuta mercoledì 9 marzo al Quirinale dopo che, circa una settimana prima, la legge aveva ottenuto la fiducia del Senato con 149 voti favorevoli, 3 contrari e 15 astenuti. “Se questa legge servirà ad aiutare a stare più attenti alla guida, se servirà a capire che non ci si mette in automobile se si è ubriachi o drogati e che la vita ha un valore – ha aggiunto il Premier – allora contribuisce a fare dell’Italia un Paese più degno”. Renzi, accolto da un applauso dei familiari delle vittime, si è soffermato a lungo, prima e dopo la cerimonia, a parlare con i rappresentanti delle associazioni che si sono battute per inasprire le pene dell’omicidio stradale. “È difficile – ha sottolineato – trovare le parole per spiegare quel che stiamo facendo. Con alcuni di voi ci siamo incontrati qualche anno fa, quando io facevo un altro mestiere. È un percorso nato dal basso, che ha visto tanta mobilitazione. Adesso siamo a palazzo Chigi, che è il luogo del governo degli italiani: perciò firmo questa legge con voi”, ha spiegato il Presidente del Consiglio. “Da domani c’è da lavorare ancora di più per rendere le strade più sicure e perché questa strage infinita possa essere ricondotta, per restituire il giusto valore alla vita”.

Associazioni vittime soddisfatte. Avisl: «Si volta pagina»

Soddisfatte per la conclusione del lungo iter della legge sul reato di omicidio stradale le associazioni dei familiari vittime della strada. “Ora – ha sottolineato Domenico Musicco, presidente dell’Associazione vittime di incidenti stradali (Avisl) finalmente si volta davvero pagina”. In una nota diffusa in occasione della firma del Premier, l’associazione parla infatti di “momento importante per tutti i familiari delle vittime della strada” perché le nuove norme rendono “le pene più stringenti” ma introducono novità di rilievo “anche nell’ambito della prevenzione”. A quanti si sono battuti contro le nuove regole del codice stradale, la nota ricorda che la legge: “si attiene alla massima severità anche sul piano processuale, con misure che tutelano le vittime degli incidenti stradali anche nel processo e agevolano gli accertamenti del magistrato per assicurare i colpevoli alla giustizia”. Ciò che importa, avverte Musicco, è non abbassare la guardia: “Ancora di recente a Messina, una ragazza di 14 anni è morta investita da un’automobilista risultato positivo all’alcol test, con valori ben al di sopra della norma. Questa legge ha il preciso obiettivo di fermare criminali di questo tipo che si mettono alla guida senza il minimo rispetto per la vita”.

Le novità previste dalla legge sull’omicidio stradale

La novità principale contenuta nella legge è l’introduzione dei due nuovi reati di omicidio stradale e lesioni personali stradali. Per chi si mette alla guida in stato di ebbrezza o dopo aver assunto stupefacenti e causa la morte di qualcuno, la pena della reclusione va da 5 a 12 anni. Se l’investitore si dimostra lucido e sobrio ma la sua velocità di guida è il doppio del consentito, la pena va da 4 a 8 anni. In caso di omicidio multiplo, la pena può essere triplicata ma non superiore a 18 anni. È invece punito con la reclusione da 6 mesi a 2 anni chi, guidando non sobrio o non lucido, procura lesioni permanenti. Anche nel caso di lesioni aumentano le pene se chi guida è ubriaco o drogato: da 3 a 5 anni per lesioni gravi e da 4 a 7 per quelle gravissime. Se invece il colpevole ha un tasso alcolemico fino a 0,8 g/l o se l’incidente è causato da manovre pericolose, la reclusione sarà da un anno e 6 mesi a 3 anni per lesioni gravi e da 2 a 4 anni per le gravissime. In caso di condanna o patteggiamento (anche con la condizionale) per omicidio o lesioni stradali, viene automaticamente revocata la patente. Una nuova patente sarà conseguibile solo dopo 15 anni (omicidio) o 5 anni (lesioni). Però nei casi più gravi, se ad esempio il conducente fugge dopo l’omicidio stradale, dovranno trascorrere almeno 30 anni dalla revoca.

I numeri

Le chiamano “vittime della strada”, in realtà sono le vittime dei delinquenti della strada: di chi corre troppo, di chi si mette alla guida ubriaco o sotto l’effetto di droghe, di chi si distrae per rispondere al cellulare e dopo aver messo sotto qualcuno in tanti casi scappa. È una lista lunga e dolorosa di circa 3mila morti all’anno, donne, uomini e bambini, vittime di una tragedia che ogni giorno si consuma sulle strade. Oltre 180mila gli incidenti stradali con lesioni a persone, 3mila i morti, quasi 260mila i feriti. Solo nei primi due mesi di quest’anno gli episodi di pirateria sono stati, secondo i dati forniti dall’osservatorio Asaps, 160 con 18 i morti. Nel 20% dei casi, inoltre, l’investitore è risultato sotto l’effetto di alcol e droga. Nel 2013 risultano 55 le vittime tra bambini dai 0 e 14 anni, ben 63 nel 2014.

Maria Rita Cappucci

 

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