Unioni Civili, sì del Senato alla fiducia Al via l’esame alla Camera

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Unioni Civili, sì del Senato alla fiducia Al via l’esame alla Camera

Dal pronunciamento dei giudici sull’adozione, all’assenza di obbligo di fedeltà. Dopo l’approvazione a Palazzo Madama ecco la legge sulle Unioni Civili

Dopo altre giornate all’insegna delle consultazioni e delle polemiche, lo scorso 25 febbraio il Senato ha finalmente approvato la fiducia sul maxiemendamento interamente sostitutivo del testo del ddl sulle Unioni civili. I voti a favore sono stati 173 e i contrari 71. I ‘sì’ alla fiducia sulle Unioni Civili sono arrivati con 245 senatori presenti e 244 votanti. Ora il testo è passato all’esame delle Camera per un iter che, nelle intenzioni del Pd, si annuncia serrato e rapido, per il disegno di legge che non dovrebbe subire ulteriori cambiamenti in questo secondo passaggio parlamentare. Una volta stabiliti i tempi in commissione i Dem hanno dichiarato di voler puntare su un’approvazione definiva in aula prevista massimo per il mese di aprile. Ad ogni modo, al momento il ddl Cirinnà viene considerato negli ambienti legislativi una questione già chiusa, anzi blindata. Il disegno di legge ha ricevuto la fiducia del Senato perdendo tuttavia uno dei suoi punti chiave: la stepchild adoption. Proprio per questo, il Premier Renzi riguardo al ddl ha dichiarato essere una legge “non perfetta”, con dei limiti ma che segna oggettivamente un grande passo in avanti per i diritti dei cittadini omosessuali e quindi per i diritti degli italiani”. “Una vittoria col buco nel cuore”, ha definito questo voto la prima firmataria del testo originale del ddl, la senatrice Monica Cirinnà: “Questa è una legge importantissima ma penso anche ai figli di tanti amici. Ora dobbiamo fare un secondo passo, siamo a metà della scala”.
La Maggioranza alla Camera: è di nuovo scontro sul tema adozioni
Il Pd ha chiesto e ottenuto un’indagine conoscitiva in commissione a Montecitorio per avviare “una prima riflessione” sulla riforma della legge per le adozioni che dovrebbe introdurre anche la possibilità di adottare il figlio del partner nelle unioni omosessuali, ossia la stepchild adotpion, epurata dal ddl Cirinnà. Ma Ncd non è d’accordo: “Ribadiamo il nostro no a ogni forma di adozione da parte di coppie formate da persone dello stesso genere”, ha ribadito il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. A questo proposito la Commissione Giustizia della Camera effettuerà una serie di audizioni tra cui il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, la conferenza delle Regioni, l’Anci, magistrati, avvocati e docenti universitari esperti in materia, associazioni che operano nel settore delle adozioni e dell’affido, operatori dei servizi sociali e rappresentanti di comunità per i minori. L’indagine dovrebbe concludersi entro il 15 aprile 2016. Ma i tempi potrebbero essere più lunghi, soprattutto vista la reazione di Ncd. Ettore Rosato, capogruppo Pd, premette che quello delle adozioni “è un tema vero che va affrontato ma coinvolgendo tutto il Parlamento”. Fa ancora discutere però la vicenda di Nichi Vendola e dell’utero in affitto. Sul tema è intervenuto con una lettera il fondatore del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo: “C’è qualcosa del concetto di utero in affitto che mi spaventa e non ha nulla a che fare con l’omosessualità oppure l’eterosessualità. Mi spaventa la logica del ‘lo facciamo perché è possibile’, un po’ come è diventato facile attaccare tutto alla bolletta della luce”.
I punti cardine della legge sulle Unioni Civili
Con l’approvazione dell’aula del Senato alla fiducia chiesta dal Governo sul maxiemendamento, frutto dell’accordo Pd-Ncd, le Unioni Civili in Italia cominciano a diventare realtà. Rispetto al ddl Cirinnà è stato stralciato l’articolo 5 sulla stepchild adoption. Sono stati eliminati anche alcuni rimandi al codice civile sul matrimonio come l’obbligo di fedeltà. Via anche i riferimenti agli articoli 29-30-31 della Costituzione. Richiamati invece gli articoli 2 e 3 della carta sulle ‘formazioni sociali’ e sull’uguaglianza tra tutti i cittadini. La legge reca il titolo ‘regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze’. C’è infatti una parte dedicata alle coppie di fatto etero che potranno stipulare i contratti di convivenza, in forma scritta, davanti a un notaio. Ecco le principali novità.
Via la stepchild adoption e l’obbligo di fedeltà
Dopo le ultime trattative fra Pd e Ncd, la norma sulla stepchild adoption è stata stralciata. Per tutelare l’effettività della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall’unione civile, le disposizioni che si riferiscono al matrimonio e quelle con le parole ‘coniuge’ – ‘coniugi’ ovunque ricorrono nelle leggi si applicano anche alle unioni civili tranne che per quelle non espressamente richiamate dalla legge e nemmeno per quanto riguarda l’intera legge 4 maggio 1983, n.184 sulle adozioni escludendo così anche la stepchild adoption. Viene però inserito un comma che precisa che ‘resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozione dalle norme vigenti’, in modo da non impedire il pronunciamento dei giudici sui casi di adozioni per le coppie gay. Non è stato inserito l’obbligo di fedeltà per le coppie gay come per i coniugi nel matrimonio. Resta però il riferimento alla vita familiare. Con la costituzione dell’unione civile le parti acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri; hanno l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione. Entrambe le parti sono tenute, ciascuna in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni. Le parti concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare fissando la residenza comune.
Scioglimento delle unioni civili
In caso di scioglimento è previsto che, anche se la separazione non è consensuale, l’autorità preposta è l’ufficiale di stato civile e non il giudice. La separazione può avvenire entro tre mesi dalla manifestazione della volontà di concludere l’unione civile.
Unioni civili e convivenze
Per il resto l’impianto del disegno di legge Cirinnà rimane immutato. La legge inserisce nel diritto di famiglia un nuovo istituto specifico per le coppie omosessuali, chiamandolo “unione civile”, diverso dal matrimonio, regolato dall’articolo 29 della Costituzione. Per stipulare un’unione civile, le due persone devono essere maggiorenni e recarsi con due testimoni da un ufficiale di stato civile. L’ufficiale provvede alla registrazione. Non possono contrarre l’unione civile persone già sposate o che hanno già contratto un’unione civile; persone a cui è stata riconosciuta un’infermità mentale o persone che tra loro sono parenti. Il disegno di legge prevede il riconoscimento delle convivenze, sia tra omosessuali sia tra eterosessuali.

Maria Rita Cappucci

 

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